ANNO 14 n° 118
La grande sfida della lotta alla dispersione scolastica
La scuola ai tempi del Coronavirus

Passare dalla didattica per competenze a competenza in didattica è stato un attimo perché, riorganizzare percorsi di apprendimento con mezzi e modalità diverse non è stato e non è facile, soprattutto per coloro che, completamente a digiuno di didattica digitale, si sono persi. Al centro del mirino, però, non ci sono le competenze e la volontà di adempiere alla funzione docente, aspetti che si rimandano alla deontologia professionale di ciascuno, ma c’è una sfida, che travolgeva la scuola in presenza, e che con la scuola a distanza risulta ancora più complessa: la lotta alla dispersione scolastica.

 

Un minore su quattro è considerato a rischio dispersione a causa del numero eccessivo di assenze ingiustificate ( più di tre al mese) o perchè non frequenta dall'inizio dell'anno.

 

Quando si parla di tecnologia, si parla di mezzi e quando si parla di mezzi arrivano a valanga le considerazioni che una scuola tecnologica non è a portata di tutti; ma il punto non è questo. Anche il docente più abile, quello capace di strutturare un ambiente di apprendimento a “portata di mano” di ciascuno si è reso conto che, se già la scuola prima del Coronavirus aveva bisogno di docenti capaci di scendere e scavalcare la cattedra per raggiungere i propri alunni, oggi, al tempo del Coronavirus, la scuola ha bisogno di docenti ancora più coraggiosi, capaci di mostrare le proprie case nelle video lezioni, l’essere impacciati davanti ad una videocamera, il proprio numero di telefono sul dispositivo dei genitori dei propri ragazzi.

 

In questo periodo, alunni e studenti sono scomparsi e non è questione di mezzi, molti di loro hanno l’ultimo smartphone, la play, la stampante, la fibra ottica, ma è la motivazione, l’autostima, l’autonomia a mancare.

 

La scuola al tempo del Coronavirus non deve aver paura di essere giudicata nel cercare e trovare soluzioni. Recentemente si è fatto tanto per portare gli studenti fuori l’aula, fuori la scuola, nella comunità e oggi, invece, li ritroviamo chiusi in casa, nelle camere, in uno schermo. Se è lì che sono, allora, la scuola è lì che deve andare senza sé e senza ma, perché è proprio in quel contesto che ci sono gli alunni più a rischio, quelli più fragili quelli che della scuola, hanno più bisogno.

 

Si sono ritrovati soli, in una condizione nuova e restrittiva a gestire scuola e relazioni a distanza e non tutti hanno resistito. C'è una preoccupazione profonda per il rischio di un'impennata nella dispersione scolastica: gli studenti hanno subito conseguenze significative dalla DAD che non sempre è stata efficace e che si sta lasciando alle spalle danni forse irreparabili.

 

È fondamentale agire subito con dei 'ristori' anche per questi ragazzi perché stanno perdendo non solo competenze ma soprattutto motivazione, allontanandosi velocemente dalla scuola e, con essa, dalle loro opportunità per costruirsi un futuro. Guardano alla politica con speranza e curiosità ed è ora che la politica sia all'altezza delle loro aspettative, utilizzando un fondo - Next Generation UE - che proprio alle nuove generazioni dovrebbe essere dedicato, per dare nuova linfa e impulso a combattere un orizzonte con poche prospettive, soprattutto per coloro che vivono in condizioni di difficoltà.






Facebook Twitter Rss