di Stefano Mecorio
VITERBO - Pensate intensamente a Miguel Bosé, a Enrique Iglesias, alle Las Ketchup, a Jarabe de Palo, a Tonino Carotone, e a tutte quelle estati che avete passato torturati dalla radio che vomitava una loro tristissima canzone.
Pensate all'utilità di Natalia Estrada e di Vanessa Incontrada. Pensate al carisma di Antonio Banderas, al profilo migliore di Penélope Cruz, agli anni col culo piantato in panca di Bojan Krkic, José Mari e Javi Moreno. Pensate a Sergio Múniz e poi a quell'amico vostro che studia teatro da un vita e per campare fa il cameriere da 'Peppe il trucido'. Pensate a Fernando Alonso e a quando guidate la Panda del '78 dentro il traffico di Roma. Pensate a Paso adelante e al Segreto, senza fare harakiri.
Pensate, per riassumere, che in un modo o nell'altro questa combriccola di nullafacenti e tossici l'abbiamo mantenuta e continuiamo a mantenerla noi.
Bene. Adesso avete sicuramente degli ottimi motivi per odiare la Spagna. Perciò accendete pure il vostro 'apparecchio atto o adattabile alla ricezione delle trasmissioni radio televisive' (come dicono quegli sciacalli del Canone), e gufate codesti iberici che vorrebbero ancora continuare ad approfittarsi di noi. Sono le 18 (che dio colga impreparati i francesi organizzatori): l'Italia a Parigi si gioca l'accesso ai quarti di finale degli Europei 2016. E la cena a Montalto per colpa de 'sta cosa è zompata...