ANNO 14 n° 117
Ingroia: ''Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto verità e giustizia''
14/01/2014 - 00:00

VITERBO – E’ rimasto negli uffici della Procura fino all’ora di pranzo per consultare gli atti. L’ex pm Antonio Ingroia intende portare il fascicolo sulla morte dell’urologo di Barcellona Pozzo di Gotto, Attilio Manca, all’attenzione della direzione nazionale antimafia.

Ingroia ieri mattina è arrivato nel tribunale viterbese dove era prevista l’udienza preliminare del processo a carico di Monica Mileti, accusata di omicidio colposo per aver ceduto la dose di eroina che avrebbe ucciso il medico. Lei, l’unica imputato per la morte di Manca.

L’udienza, invece, non è stata celebrata per via dell’astensione degli avvocati, cui hanno aderito Fabio Repici, avvocato dei Manca insieme ad Ingroia, e i legali della Mileti. La seduta è stata rinviata a lunedì prossimo, 20 gennaio.

“E’ nostra intenzione far riaprire il caso dalla Procura nazionale antimafia”. Questa la volontà della famiglia Manca. Perché, sebbene per gli inquirenti viterbesi il caso sia chiuso, la signora Angela, mamma di Attilio, vuole “la verità. Lo devo a mio figlio Attilio”.

I Manca hanno sempre sostenuto la tesi dell’omicidio di mafia. “Negli stessi giorni in cui il boss Bernardo Provenzano era ricoverato a Marsiglia per sottoporsi ad un intervento alla prostata mio figlio – racconta mamma Angela - mi telefonò dicendomi di trovarsi in Costa Azzurra per vedere un intervento. Fu lui ad operare Provenzano in laparoscopia: Attilio all’epoca era uno dei pochissimi medici in Italia ad eseguire quel tipo di intervento. Mio figlio era diventato un testimone scomodo e me l’hanno ammazzato”.

Ecco perché i Manca, da tempo, confidano in una riapertura del caso da parte della Procura antimafia. E, dopo la clamorosa rivelazione della trasmissione “Chi l’ha visto?” relativa ai fogli presenze dei medici, sono sempre più intenzionati ad andare avanti.

Fogli che confermano che l’urologo non era in servizio all’ospedale Belcolle di Viterbo negli stessi giorni in cui Provenzano veniva operato a Marsiglia. A differenza di quanto riportato sul verbale a firma dell’allora capo della Squadra mobile, Salvatore Gava, sul quale è scritto che Manca è di turno.

Questa la ricostruzione. Provenzano si reca a Marsiglia il 7 luglio 2003 e, successivamente, dal 22 ottobre al 4 novembre dello stesso anno. Sul documento inserito nel fascicolo della Procura Manca è in servizio. E, invece, stando al registro 2003 dei turni di servizio dell'ospedale viterbese scoperto e mandato in onda su RaiTre durante la puntata dell’8 gennaio scorso, il giovane urologo barcellonese era in servizio il 7 luglio, ma non il 25 ed il 26 ottobre. Il 30 termina di lavorare alle 15 per rientrare in servizio il 1° novembre. Il 31, giorno in cui è datato l'intervento in laparoscopia di Provenzano, Manca non è di turno.

“Andremo avanti e avvieremo tutte le indagini difensive necessarie a far riaprire il caso. Vogliamo verità e giustizia e cercare di riparare a un chiarissimo errore giudiziario”.





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