ANNO 14 n° 117
In Liguria debutterà l’ultimo lavoro del regista Sergio Urbani
“Il Cancello della Vergogna”, un’opera per non dimenticare
12/01/2016 - 15:45

Il 27 gennaio, in occasione della giornata mondiale della Memoria, debutterà il nuovo spettacolo del regista Sergio Urbani, “Il Cancello della Vergogna”.

La prima sarà a Varazze, splendida località sul litorale ligure tra Savona e Genova, noto centro navale, d’arte e tra le mete turistiche più ricercate della regione, che sotto il segno del Maestro Francesco Cilea, (1866-1950, musicista colto e raffinato che riuscì a fondere l'esperienza del verismo musicale italiano con la tradizione operistica francese), vanta oggi una straordinario varietà nella produzione musicale e una delle densità tra musicisti e abitanti più alte in Italia. Dal 1997, è sede del 'Festival Internazionale del Mandolino'.

In questo splendido scenario d’arte, il 27 gennaio andrà in scena l’ultimo emozionante lavoro del noto e apprezzatissimo regista “viterbese” alle prese con la sua prima drammaturgia sull’olocausto. Dopo i successi con “La Traviata” (2014) e “Rigoletto”(2015) della compagnia “Les Voix Concertantes”, che ricordiamo ha debuttato a Parigi nell’ottobre scorso, l’ultima regia di Urbani torna nuovamente in Italia, proprio a pochi chilometri dalla Francia.

Sergio Urbani, che opera è “Il Cancello della Vergogna”?

“Il cancello della Vergogna è l’opera delle tormentate, sconvolgenti e scioccanti situazioniemozioni vissute da un giovane polacco, deportato ad Auschwitz con il primo convoglio proveniente da Tarnow il 14 giugno 1940. E’ la storia di un uomo tenuto in vita per interessi, senza svelare quali, all’interno della più grande macchina di sterminio nazista. E’ l’opera delle piccole e grandi menzogne naziste che ogni giorno hanno illuso, terrorizzato, e costretto all’umiliazione più becera milioni di innocenti, annientati prima dell’anima e poi nel corpo. “Il Cancello della Vergogna” è una piccola finestra dell’inferno, da cui il protagonista si affaccia per guardare in faccia l’orrore e gridare il suo sdegno a Dio, in un silenzio opprimente che sa di bruciato, dove il tempo è scandito dagli spari delle fucilazioni prima, e misurato dai barattoli consumati di Ziklon B poi…. In generale potrei dire che l’opera è una domanda e non una risposta. Credo che soprattutto oggigiorno le domande le facciano e se le facciano in pochi…finendo così per fargli assumere paradossalmente un valore maggiore rispetto alle risposte. Domandare è capire, conoscere ed “aprire”…ma purtroppo rispondere a volte è solamente voler “chiudere”.

I bravissimi interpreti saranno Mattia Lorenzini nella parte del deportato ebreo ad Auschwitz, Antonio Olivieri nella parte dell’ufficiale nazista e Davide Mercuri in quella di un militare sovietico.






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