VITERBO - Fotovoltaico a terra, ma anche centrali a biomasse e pale eoliche: il Comune di Viterbo individuerà le aree del proprio territorio dove questi impianti non devono essere ubicati. L’amministrazione, inoltre, si doterà di un tecnico che avrà il compito di confrontarsi con le società che vogliono realizzare questi progetti per seguire le trattative relative alle opere compensative. Infine, sarà aperto un confronto tra Palazzo dei Priori e la Provincia per arrivare alla stesura di linee programmatiche per la pianificazione territoriale che possano essere adottate anche dai Comuni più piccoli della Tuscia. E’ quanto previsto da un ordine del giorno approvato ieri in Consiglio per la regolamentazione delle rinnovabili.
Si tratta di un odg presentato da Luisa Ciambella (Pd), aggiornato e integrato con alcune proposte di altri consiglieri, in vista di alcune scadenze relative all’iter per l’autorizzazione di quattro impianti fotovoltaici (anche se poi si è appreso che per uno, ricadente tra Bomarzo e Vitorchiano, il capoluogo è interessato solo per il collegamento a una futura sottostazione elettrica). Su ciascuno di questi progetti si avvicina l’ultima e decisiva seduta della Conferenza dei Servizi, nella quale il Comune insieme ad altri enti titolati dovrà esprimere il proprio parere. ''Dal canto suo – spiegava Ciambella nelle premesse – la Soprintendenza ha manifestato preoccupazioni legate alla vicinanza di questi impianti con alcuni siti archeologici come Ferento''.
Visti i tempi stretti, Ciambella ha chiesto al Consiglio di votare no a queste autorizzazioni ''in linea con un altro odg approvato all’unanimità un anno fa con il quale si escludeva la possibilità di realizzare impianti di questo genere su terreni agricoli e in zone archeologiche o comunque di valore paesaggistico''. Documento che prevedeva anche la stesura di un regolamento da parte dell'amministrazione che però ad oggi non è ancora pronto.
Tra le richieste dell’odg approdato ieri in aula anche quella di organizzazione un consiglio straordinario alla presenza della Soprintendenza, proposta ormai fuori tempo massimo e per questo alla fine depennata. ''L'odg – ha spiegato la consigliera Pd – era stato depositato due mesi fa per avere un margine di tempo sufficiente per organizzare il tutto, ma visto il calendario del Consiglio non è stato possibile. Sarebbe stata una occasione per una discussione più ampia e approfondita sul tema''.
La seduta si è aperta con Giulio Marini, delegato all’Ambiente della Provincia, che ha presentato un quadro dei progetti presentati di recenti nella Tuscia che hanno ottenuto l’autorizzazione o sono in attesa: ''Due campi fotovoltaici a Canino, 2 a Latera, 25 a Montalto, 1 a Montefiascone, 1 a Proceno, 1 a San Lorenzo Nuovo, 6 a Tarquinia, 3 a Tessennano, 10 a Tuscania, 1 a Valentano, 1 a Vetralla e sei a Viterbo''. Poi Marini ha fatto un elenco di progetti per rimpianti eolici, tra i quali, ''2 a Bagnoregio, uno a Monteromano, due a Montefiascone, 2 a Canino''. E poi altri progetti a ''Montalto, Canino, Valentano, Tarquinia, Marta e Viterbo''. ''E infine – ha concluso 4 progetti presentati di centrali a biomasse”.
Critico sull’impostazione iniziale del documento il capogruppo del Pd Alvaro Ricci, secondo il quale ''il tema riproposto è di grande attualità e fa seguito a un odg presentato dalla Lega che abbiamo votato convintamente da tutti, ma confonde competenze tra Consiglio, Giunta e dirigenti''. Di parere opposto Ciambella, secondo la quale invece il Consiglio può esprimere un indirizzo politico anche su questi aspetti, ''come per esempio con la questione delle scorie nucleari''. Tesi, questa, condivisa anche da Chiara Frontini di Viterbo 2020.
Il capogruppo della Lega Andrea Micci ha ribadito la posizione espressa nell’ordine del giorno presentato un anno fa dal gruppo consiliare del Carroccio. Mentre Gianluca Grancini di FdI, pur condividendo alcuni punti del documento e la necessità di una regolamentazione, ha ricordato una recente sentenza del Consiglio di Stato che ha definito di interesse nazionale la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. ''Un quadro di cui bisogna tenere conto''. L’assessore Ubertini, invece, ha rimarcato la necessità di linee di indirizzo di carattere nazionale e regionale. Infine, il consigliere Erbetti (Movimento 5 Stelle) ha proposto di analizzare la questione anche da un’altra angolazione: ''E cioè capire come si è arrivati al punto per cui per un agricoltore è divenuto più redditizio vendere il proprio terreno per la realizzazione di questi progetti, piuttosto che coltivarlo''. ''Un odg che non serve a produrre strumenti normativi e a tutelare il suolo, non capisco le finalità'', ha detto invece Giacomo Barelli, che ha votato contro.
E' intervenuto anche il neodirigente all’Urbanistica, colui che poi sarà chiamato a esprimere il parere vero e proprio in Conferenza dei Servizi: ''Il mio sarà un parere tecnico, in assenza di dettami normativi precisi da parte dell'Ente non posso rilasciare un parere contrario. Ma posso richiedere delle opere di compensazione proporzionalmente ai megawatt che vengono installati''.
Dopo una interruzione di qualche minuto, si è arrivati alla versione finale del testo. Questi i punti approvati dal Consiglio: ''1) assumere un indirizzo chiaro circa la regolamentazione delle energie rinnovabili, approvando una pianificazione territoriale vincolistica in cui vengano individuate le aree dove gli impianti non possono e non devono essere ubicati, come prevede la normativa di riferimento. Impegnando il sindaco e la giunta a riferire periodicamente sullo stato di attuazione e comunque entro 3 mesi, per evitare possibili ritardi. Ribadendo che le energie rinnovabili sono fondamentali la nostra responsabilità è quella di regolamentarle e arrivando a tutelare il territorio come lo sviluppo di energia pulita; 2) dotarsi di una figura tecnica per poter seguire le trattative per le compensazioni con le società delle rinnovabili. Figura di riconosciuta professionalità ed esperienza nel settore; 3) aprire un confronto con la provincia di Viterbo, al fine di condividere linee comuni da applicare nella fase di pianificazione territoriale. Dando il giusto supporto ai piccoli comuni che meno di noi hanno strumenti per competere su una materia difficile come questa''.