ANNO 14 n° 117
Il padre gli nega
la paghetta
e lui distrugge
la cabina telefonica
04/12/2016 - 02:00

VITERBO – Una chiamata dalla cabina telefonica della stazione ferroviaria di Orte. Dall’altra parte della cornetta, un padre, che, dopo l’ennesima richiesta economica del figlio, gli avrebbe negato la paghetta. Soldi necessari al ventenne R.L. per affrontare il resto della settimana, altrimenti insostenibile. E sarebbe stato proprio quel rifiuto ricevuto, la causa della sua improvvisa e implacabile reazione.

Cornetta alla mano, avrebbe ripetutamente colpito la cabina telefonica fino a sfondarla: tasti dei numeri saltati, vetri e plastica rotti. Un lavoro da finire a mani nude, dopo aver distrutto gran parte della colonnina metallica. E allora calci e pugni per sfogare tutta quella violenza per il no ricevuto dal padre. Una violenza che gli sarebbe costata anche la rottura della mano, diagnosticata dalla successiva lastra al pronto soccorso.

‘’Abbiamo sentito dei rumori fortissimi – ha spiegato un soprintendente della Polfer di Orte – io e il mio collega siamo andati a controllare: R.L. stava letteralmente andando in escandescenza, distruggendo tutto quello che aveva nelle vicinanze. Un pericolo per gli altri, ma anche e soprattutto per se stesso.’’.

Così il fermo e il trasferimento in caserma: ‘’Ha tentato la fuga, ma poi si è consegnato spontaneamente – ha continuato in aula il poliziotto – ha capito che non avrebbe avuto motivo di scappare. Solamente dopo alcuni minuti si è calmato e ci ha spiegato quanto successo: quel raptus di violenza e follia derivavano dal rifiuto del padre di aiutarlo economicamente.’’.

Accusato di danneggiamento aggravato, il ragazzo è stato però assolto dal giudice Rita Cialoni per la lieve entità del fatto.






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