ANNO 14 n° 117
I francesi ai piedi della Pietą di Del Piombo
Il dipinto, in mostra alla National Gallery, finisce su Le Figaro
20/04/2017 - 07:18

VITERBO - La Pietà viterbese conquista la Francia. Il capolavoro di Sebastiano Del Piombo, in mostra alla National Gallery londinese per la rassegna dedicata ai rapporti tra Michelangelo e il pittore veneto, finisce sulla stampa d’Oltralpe. Dopo gli elogi dei giornali inglesi all'indomani dell'inaugurazione del 13 marzo scorso (dal Times al Guardian passando per The Observer, solo per citarne qualcuno), ora anche i ''cugini'' francesi si tolgono il cappello davanti al dipinto, custodito come un tesoro nella Città dei Papi. Un ritorno d'immagine per Viterbo, e si spera anche economico, davvero niente male. 

''A Roma, Michelangelo aveva un amico'' è il titolo dell’articolo firmato Eric Bietry-Rivierre su ''Le Figaro'', uno dei più importanti quotidiani transalpini.

''Una tavola preziosa - inizia - è arrivata dal museo di Viterbo per avere un posto d’onore questa primavera alla National Gallery. Una grande 'Pietà' realizzata da Sebastiano del Piombo fra il 1512 e il 1516. Una Vergine monumentale si lamenta in un paesaggio devastato e sotto un cielo di luna piena. È il primo grande paesaggio notturno della storia dell'arte''.

''In primo piano - prosegue Rivierre -, il Figlio giace ai piedi di Maria. Sul suo drappo di un biancore cremoso e immacolato, sembra essere scivolato dal grembo di sua madre. Sembra seguire subito dopo a grandezza naturale la celebre 'Pietà' della basilica di San Pietro a Roma, opera che Michelangelo aveva realizzato qualcosa come 15 anni prima. Di fatto, con questa 'Pietà' di Viterbo ci si trova davanti alla prima collaborazione eccezionale fra due artisti geniali. Michelangelo (1475-1564) e il suo amico più giovane, il veneziano sebastiano del Piombo (1485-1547).

In 70 opere, pitture, sculture, ma anche disegni preparatori e lettere - continua l'articolo -, il museo offre ai visitatori il rapporto quasi completo della collaborazione fra i due maestri. Sebastiano del Piombo era arrivato a Roma preceduto da una reputazione comprovata. In questa città in ebollizione artistica, Michelangelo, formidabile artista, pittore e scultore, lavorava già alla Cappella Sistina. Ha bisogno di un talentuoso pittore e i due si uniscono contro Raffaello, il nuovo prodigio. Sebastiano del Piombo non smetterà di utilizzare dei disegni e delle idee del suo amico più grande. La loro amicizia è durata più di vent'anni. Si dissolverà dopo un famoso diverbio di Michelangelo a proposito di una tecnica pittorica. Il fatto è evocato in una delle lettere che si possono decifrare nelle vetrina dell'esposizione londinese.

Intanto, Sebastiano del Piombo decora la cappella Borgherini di San Pietro in Montorio a Roma (riprodotta in scala, con tecnica 3D e in alta definizione, nell'ultima sala della mostra). E realizzerà la sua 'Resurrezione di Lazzaro' destinata a concorrere con la magistrale 'Trasfigurazione' di Raffaello che si può ammirare ai marmo prestato da una chiesa di Bassano Romano. Il viso di Gesù è sfregiato da una vena e lo scultore ha abbondonato l'opera incompiuta. E' esposta con un calco di una seconda versione, l'originale si trova a Roma e non è stato mai trasferito.

Per illustrare a tutto tondo l'orizzonte dell'influenza di Michelangelo su Sebastiano del Piombo - spiega il giornalista francese - il Louvre ha prestato alla mostra londinese 'La Visitation' e l'Ermitage di San Pietroburgo la sua 'Deploration' che è stato riunito al 'Christ aux limbes', venuto dal Prado di Madrid e con una copia della 'Apparizione di cristo resuscitato agli apostoli', opera che è andata perduta ma che Francisco Ribalta aveva duplicato nel XVII secolo. L'insieme - conclude l'articolo - ricostruisce un trittico che è andato separato dal 1646''.






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