ANNO 14 n° 117
''Ho aiutato ad alzare
i massi per estrarre
il bambino dopo il crollo''
In aula i racconti shock dei genitori
15/12/2016 - 02:01

VITERBO - Urla e spavento. Tanto, come solo quello che le madri possono provare quando vedono i propri figli in pericolo. Ed è proprio a loro che ieri, in aula, davanti al giudice Silvia Mattei, è stato affidato il racconto del tragico incidente accaduto il 17 aprile 2013, in un'area giochi vicino alla stazione ferroviaria di Grotte Santo Stefano. Una giornata soleggiata, molti i bambini che stavano giocando nel parco, altrettanti i genitori che lì vicino, su una panchina o appoggiati alla staccionata, parlavano tra di loro. Poi all'improvviso le urla e la corsa. In maniera totalmente inaspettata, infatti, parte della parete in tufo che delimitava l'area cadde in frantumi, franando sopra gli esili corpi dei bambini.

''Stavamo ammazzando il tempo su una panchina, mentre i ragazzi giocavano: c'erano bambini di tutte le età. I più piccoli stavano sullo scivolo a pochi metri da noi. I più grandi, invece, erano più lontani, ma comunque sotto il nostro sguardo - ha spiegato in aula una mamma - era tutto tranquillo, poi all'improvviso le urla. Abbiamo cominciato a correre per raggiungere i nostri figli, sapevamo che qualcosa era successo. Non sapevamo cosa, ma sicuramente grave. Assieme a noi anche alcune persone appena scese dal treno, allarmate da tutto quel viavai: davanti agli occhi di tutti una scena spaventosa. Calcinacci a terra, bambini terrorizzati e madri nel panico più totale''.

A rimanere feriti, sotto al crollo, A. e A., rispettivamente, all'epoca di 5 e 9 anni.

''Quando sono arrivata, ho visto un ragazzo tenere in braccio il più piccolo. Lo aveva appena estratto dalle macerie. Aveva i vestiti e il viso sporchi di polvere. L'altro era ancora sotto al pesante masso: ci siamo precipitati vicino a lui - prosegue un'altra mamma - ricordo che ho aiutato il ragazzo a spostare il sasso, ma era pesante. Avevamo bisogno di altre braccia: alla fine in tre siamo riusciti a sollevarlo. Anche la madre di A. era con noi. Era una situazione allucinante, era presa della disperazione più totale. Sono stati momenti concitatissimi''.

Di quella vicenda, che scosse l'intero paese, si andò avanti a parlarne per giorni, anche perché ''di li a poco quell'aerea avrebbe dovuto essere inaugurata'' sottolinea la donna. E invece è crollata, mettendo a repentaglio la vita dei bambini presenti.

Fortunatamente l'incidente non ha avuto risvolti così drammatici, anche se non certo trascurabili: per il piccolo A. solo ferite lievi superficiali, medicate nel pronto soccorso dell'ospedale viterbese, dove immediatamente venne trasportato. Per il fratello più grande invece, fu necessario il suo trasferimento al Gemelli di Roma: il peso dei grossi calcinacci gli provocò ferite all'anca e alla mano.

Alla sbarra davanti al tribunale viterbese, il geometra comunale responsabile dei lavori nell'area giochi in via della stazione, transennata, ma comunque accessibile a tutti. Su di lui le accuse di lesioni nei confronti dei due bambini, oggi costituitisi parte civile attraverso i loro genitori. In aula rappresentati dall'avvocato Luigi Gioiosi.






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