ANNO 14 n° 117
Forme, sintomi e rischi della meningite
Scrive il dottor Alessandro Masella
02/03/2015 - 17:23

di Alessandro Masella

CIVITA CASTELLANA - La meningite è una infiammazione delle meningi, le membrane protettive che ricoprono l'encefalo e il midollo spinale.

Il quadro clinico di una meningite acuta si fonda sulla classica triade costituita da febbre cefalea e rigidità nucale; con una certa frequenza si associano contratture muscolari, vomito, alterazioni dello stato di coscienza con senso di torpore, intolleranza alla luce e ai rumori, fino alle convulsioni e al coma.

Il segno più caratteristico è la contrattura dei muscoli nucali e del collo (non è possibile flettere il collo sul petto e il mento resta rivolto in alto).

La meningite è causata da batteri, virus o altri microrganismi. Si trasmette per via aerogena, medianti contatti ripetuti con ammalati o portatori. L’incubazione dura da 2 a 10 giorni; normalmente la malattia si manifesta dopo 2-3 giorni dal contagio.

La gravità clinica è molto variabile: da forme asintomatiche o subcliniche come spesso succede nel corso di malattie sistemiche, ad episodi fulminanti che infaustamente possono evolvere fino all’exitus, come in alcune forme gravi di sepsi meningococcica, spesso accompagnate da coagulazione intravasale disseminata (CID).

La diagnosi si conferma con l'analisi chimico-fisica e microbiologica su una piccola quantità di liquido cefalorachidiano (liquor), il fluido racchiuso tra le membrane meningee e il tessuto nervoso, prelevato mediante puntura lombare (inserimento di un ago nel canale vertebrale). Tale metodica non comporta considerevoli rischi per i pazienti, dal momento che il midollo spinale nell’adulto non va oltre la prima vertebra lombare e il prelievo di liquor viene fatto più in basso.

Anche il tampone faringeo è utile per l’isolamento del germe.

La natura e la gravità dell’infezione può essere stabilita identificando il tipo e la quantità dei microrganismi patogeni.

La meningite di origine virale ha prognosi migliore; i sintomi si manifestano per alcuni giorni senza che ci siano gravi disturbi neurologici con perdita di coscienza, e, con la terapia medica, di solito guarisce in una settimana.

Le forme più gravi sono dovute ai batteri (Neisseria meningitidis o Meningococco, lo Streptococcus pneumoniae o Pneumococco, Haemophilus influenzae tipo B), motivo per cui in queste malattie viene fatta la sorveglianza da parte dell’Istituto Superiore di Sanità su tutto il territorio nazionale. La frequenza di queste forme è di circa 800 casi all’anno in Italia; vengono colpiti soprattutto i bambini e particolarmente durante la stagione fredda, complice anche l’influenza che riduce le difese immunitarie.

La forma da pneumococco è la più frequente nel nostro paese, soprattutto entro il primo anno di vita e nelle persone anziane.

La frequenza di meningiti da meningococco è la più alta nel primo anno di vita, poi decresce progressivamente per aumenta di nuovo nel periodo dell’adolescenza: nell’adulto è rara.

La forma da Haemophilus influenzae, anch’essa frequente nei piccoli bambini, non dovrebbe più manifestarsi perché oramai la vaccinazione è obbligatoria.

Il germe Neisseria meningitidis, responsabile della meningite cerebrospinale, normalmente è un commensale delle prime vie aeree e faringee di alcuni soggetti cosiddetti portatori sani, in quanto in essi non provoca infiammazione e infezione.

Il soggetto sano prende l’infezione mediante contatti con gli ammalati tramite le secrezioni nasali e le goccioline emesse attraverso la tosse.

Ancora non si sa esattamente come il batterio dalle prime vie respiratore possa giungere alle meningi; forse lungo le vie linfatiche o attraverso l’etmoide, un osso della base cranica posto sulla sommità della regione nasale.

La sintomatologia varia in base all'agente causale, alla velocità di insorgenza e allo stato del paziente: a volte, nei bambini piccoli possono essere presenti solo alcuni sintomi aspecifici, come irritabilità e sonnolenza.

Quando il paziente appare indebolito con febbre, cefalea soprattutto nucale, rigidità dei muscoli del collo ed eventualmente petecchie o porpora (macchioline rosse diffuse sulla cute) la situazione può essere grave; bisogna contattare subito un medico che stabilirà se inviare il paziente in ospedale o meno. In caso di diagnosi certa il paziente va subito ospedalizzato e ricoverato in un reparto idoneo (Malattie Infettive).

La terapia consiste nella somministrazione di liquidi per via endovenosa, di antibiotici ed altri farmaci eventualmente necessari e viene eseguita in ospedale dove il paziente deve essere ricoverato subito, senza perdere tempo, al primo sospetto di meningite.

Il problema è come prevenire questa malattia evitando i contagi e come trattare i casi in cui c’è stato un contatto stretto con un ammalato.

L’informazione è fondamentale in questi casi: la meningite è una malattia contagiosa, trasmessa mediante scambio di secrezioni mucose (secrezioni nasali, tosse, scambio di saliva con il bacio), tuttavia è meno diffusiva delle malattie virali come l’influenza. Non si trasmette respirando l'aria in una stanza dove abbia transitato un individuo infetto, ma solo stando per lungo tempo vicino alla persona ammalata.

È necessario sottoporre a prevenzione antibiotica tutte le persone che siano state a contatto diretto con un paziente affetto da meningite. Gli antibiotici hanno un'efficacia elevata, soprattutto i chinolonici e impediscono la diffusione della malattia.

Occorre inoltre prendere misure preventive, come ad esempio evitare il sovraffollamento nelle scuole e negli asili (difficilmente attuabile in molti circostanze) e sanificare gli ambienti dove ci siano stati ammalati. Il Servizio di Igiene Pubblica, che vigila sul territorio in questi casi, darà informazioni alle scuole e alle autorità cittadine in caso di epidemia.

Il meningococco vive solo pochi minuti nell’ambiente esterno: basta far arieggiare e lavare i pavimenti con una soluzione di ipoclorito (candeggina) negli ambienti contagiati.

La vaccinazione è il modo più efficace per prevenire le meningiti batteriche. Esistono in commercio vaccini contro i tre batteri più frequentemente in causa nelle meningiti.

Il vaccino contro l'Haemophilus influenzae tipo B, viene ormai somministrato di routine a tutti i bambini che iniziano il ciclo vaccinale dopo il 2° mese di vita, in quanto incluso nel vaccino esavalente.

Il vaccino contro lo Pneumococco è in grado di proteggere contro tutti i ceppi più diffusi che sono sette (vaccino eptavalente coniugato): i sette sierotipi causano infatti dal 70 all'80% delle meningiti pneumococciche.

Per il Meningococco il vaccino è diretto contro il tipo C: questo sierotipo causa il 30-50% dei casi.

E’ già pronto anche il vaccino contro il tipo B di meningococco ma non è ancora diffuso.

In molte regioni i vaccini contro pneumococco e meningococco sono gratis o con un semplice ticket; sarebbe buona norma che l’offerta vaccinale si estendesse omogeneamente su tutto il territorio nazionale.

 

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