ANNO 14 n° 117
Fidanzati travolti e
uccisi sull'Aurelia:
Moreno Polidori
condannato a sei anni
09/12/2016 - 06:46

VITERBO – (i.m.) Condannato a sei anni Moreno Polidori per aver investito e ucciso Alessandra Grande, 23enne, e il suo fidanzato Matteo Carta 25enne. La tragedia è accaduta la notte del 28 giugno scorso, quando l’uomo di 45 anni, a bordo di un Suv, una Kia Sorento noleggiata a Vetralla, percorreva a grande velocità l’Aurelia, vicino a Santa Severa. Polidori invase la corsia opposta e travolse lo scooter della giovane coppia: dopo un momento di esitazione, spaventato, drogato e ubriaco, decise di continuare la sua inarrestabile e folle corsa e di non fermarsi a prestare soccorso.

Una sentenza che sta facendo già molto discutere e che, soprattutto, ha scosso i familiari delle due vittime. Troppo pochi sarebbero infatti, secondo i parenti di Alessandra e Matteo, i sei anni di reclusione decisi per Mareno Polidori. ''Sei anni di carcere per duplice omicidio? – ha commentato Luigi Grande, nonno della 21enne, sulle pagine de Il Messaggero – Questi due giovani sono stati uccisi un’altra volta: non volevamo vendetta, ma giustizia''. La decisione del giudice di Civitavecchia riguardo alle sorti del 45enne matura a seguito sia dell’applicazione della nuova legge sull’omicidio stradale, sia della richiesta del rito abbreviato da parte dei legali della difesa.

Una tragedia che sembra dunque non trovare ancora meritata giustizia per Matteo, Alessandra e anche per la sua piccola bimba, rimasta improvvisamente orfana di madre ad appena 5 anni. Per la coppia non c’è stato nulla da fare, la morte è arrivata subito dopo l’impatto con il Suv, noleggiato a Vetralla. Moreno Polidori, alla guida del mezzo che ha invaso la corsia dove stavano viaggiando in motorino i due giovani uccidendoli ha, dopo un momento in cui sembrava volerli soccorrere, invece continuato la sua folle corsa sull’Aurelia.

Drogato, ubriaco e spaventato il 45enne scappa e una volta a casa tenta di disfarsi di tutto ciò che lo avrebbe potuto legare all’incidente. Brucia così i vestiti sporchi del sangue di Matteo e Alessandra e quando i carabinieri di Civitavecchia lo rintracciano ha subito pronto un alibi. Agli agenti dell’arma racconta infatti di essere andato a dormire e di non essersi affatto accorto che dei ladri, durante la notte, avrebbero rubato il Suv che aveva noleggiato a Vetralla. Una versione che non convince per niente i carabinieri e che anzi, li spinge a riascoltare il 45enne in caserma. L’uomo, messo alle strette, dichiara di essere stato lui alla guida della kia Sorento, ma allo stesso tempo dice agli agenti di non essersi accorto di aver ucciso i due ragazzi.

Durante l’udienza dello scorso mercoledì il giudice di Civitavecchia ha ripercorso le fasi dell’incidente riconoscendo a Matteo e Alessandra il concorso di colpa perché quella tragica notte sull’Aurelia viaggiavano con i fari spenti del motorino, fatto confermato da un testimone in aula. Dal canto sul Polidori guidava il Suv noleggiato a Vetralla sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, oltre ad aver omesso il soccorso alla coppia. Il pm aveva chiesto otto anni di reclusione, il giudice di Civitavecchia ha deciso invece per sei.






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