ANNO 14 n° 117
''Era un eroinomane, no a teorie del complotto''
Caso Manca, botta e risposta tra il procuratore di Torino e Ingroia
31/08/2017 - 07:26

VITERBO - ''Attilio Manca non fu ucciso. Basta con le teorie del complotto''. Il procuratore di Torino, Armando Spataro, dà ragione alla sentenza del tribunale di Viterbo, che ha definitivamente chiuso il caso della morte dell’urologo di Barcellona Pozzo del Gotto come overdose, e si scaglia contro Antonio Ingroia, ex magistrato di Palermo, ora avvocato di parte civile della famiglia Manca che ha recentemente scritto su Il Fatto Quotidiano: ''Attilio Manca, un caso scomodo. Un caso per una magistratura che non pieghi le ginocchia'' alludendo, non troppo velatamente, alle aule di giustizia viterbesi.

''Il medico era eroinomane, morì per droga – afferma dal canto suo Spataro su Il Fatto Quotidiano -. Non ci sono prove di un omicidio, né del fatto che curò Provenzano. Basta con l'autoproclamarsi unici difensori del bene e della verità contro il male e gli inconfessabili interessi dei poteri forti o dei mandanti esterni di turno''.

Il procuratore di Torino replica dunque alle accuse nei confronti della magistratura di Ingroia cercando inoltre, di mettere un punto alla lunga battaglia della famiglia di Attilio Manca che crede invece, da sempre, alla morte del giovane medico per mano mafiosa: un’azione, secondo i parenti del ragazzo, compiuta per mettere a tacere Attilio dopo aver partecipato all’operazione chirurgica del boss Provenzano.

''Basta poco per sintetizzare il credo di Antonio Ingroia – dice Spataro -: i magistrati che non la pensano come lui sono all’evidenza genuflessi di fronte all’arroganza del potere, rinunciano alla ricerca della verità e fanno in tal modo carriera''. E nel caso specifico di Manca, trovato cadavere a Viterbo il 12 febbraio del 2004, afferma: ''Ora basta con le teorie del complotto, non si è trattato di un omicidio Stato-mafia''. E conclude dicendo che tutte le prove del caso Manca portano ad una sola soluzione: ''l’urologo era assuntore non occasionale di eroina, unica responsabile del fatale evento''.

E la risposta dell’ex magistrato di Palermo non si fa attendere: ''La validità delle consulenze medico-legali è stata messa in dubbio – replica Ingrioia su Il Fatto Quotidiano -, inattendibile è pure la consulenza tricologica e i collaboratori di giustizia non sono stati mai sentiti. E allora, chi prospetta tesi prive di fondamento e verità preconfezionate, senza neppure voler ascoltare l'altra campana? Noi o i magistrati di Viterbo, caro Spataro?''

''Quanto alle accuse di complottismo – conclude -, ci sono abituato da anni. Ma sentenze di giudici coraggiosi, come nei processi Contrada e Dell'Utri, mi hanno dato ragione. Spero che prima o poi accada anche per il caso del povero Attilio Manca''.





Facebook Twitter Rss