ANNO 14 n° 117
Equitani: ''Ospedale Acquapendente a rischio chiusura''
30/05/2014 - 14:16

VITERBO - ''Si sta consumando una delle più gravi tragedie che le popolazioni dell’Alto Lazio abbiano vissuto negli ultimi anni; si sta di fatto procedendo allo smantellamento dell’ospedale di Acquapendente, che sarà così privato di servizi fondamentali e trasformato in una sorta di poliambulatorio. Noi tutti ce ne renderemo conto solo quando questa tragedia sarà completata''. Inizia così una lettera che il sindaco di Bolsena Paolo Equitani ha inviato al primo cittadino di Acquapendente e ai sindaci del comuni del comprensorio: da Grotte di Castro a Bagnoregio, da Marta a Latera passando per Cellere, Proceno, Onano.

Un’intera fetta dell’Alta Tuscia rischia di trovarsi senza ospedale in quanto l’atto aziendale dell’ottobre 2013 prevedeva “lo smantellamento dell’ospedale di Acquapendente – si legge nelle missiva - vi resteranno soltanto otto posti letto per malati affetti da patologie acute e sarà eliminato il pronto soccorso per attivare in sua vece un PPI (punto di primo intervento) mentre la prevista Casa della Salute è cosa ben diversa dall’ospedale e non è in grado di rispondere a situazioni di emergenza/urgenza che si presentano quotidianamente sul territorio''.

Equitani fa poi il paragone con gli ospedali di Tarquinia e Civita Castellana che ''sono stati oggetto di interventi di adeguamento e potenziamento, nonostante siano situati a poca distanza da Roma e Civitavecchia e da altri grandi ospedali raggiungibili dall’utenza senza troppe difficoltà. Questo è positivo perché investire sulla sanità, ampliando la presenza e l’efficienza di strutture sul territorio, non è mai un costo ma una risorsa per tutti. Più ospedali ci sono e meglio è garantito il diritto alla salute dei cittadini. Non si capisce però perché, al contrario, l’ospedale di Acquapendente che non ha altri presidi nelle immediate vicinanze, debba essere depotenziato''.

A detta di Equitani in caso di smantellamento si creerebbero disagi per i cittadini residenti e si incrementerebbe la mobilità in uscita verso gli ospedali di Siena, Terni ed Orvieto: ''con conseguente emorragia di risorse economiche che già gravano complessivamente sull’azienda sanitaria per oltre 100 milioni di euro''.

Quindi la richiesta di ''una forte mobilitazione popolare, con in testa tutti i sindaci del comprensorio, nei confronti del commissario straordinario dell’Ausl e soprattutto nei confronti della Regione Lazio e del presidente Nicola Zingaretti affinché si faccia carico di questa emergenza ponendo in essere una risposta degna di un paese civile; un paese che deve vedere nella sanità pubblica una risposta al diritto alla salute oltre che elemento di uguaglianza sociale. Le nostre popolazioni non possono subire un danno così grande per effetto di una politica sanitaria basata su tagli orizzontali indiscriminati o, come in questo caso, addirittura illogici e del tutto scriteriati. Non si può risparmiare sulla salute dei cittadini”.

Facebook Twitter Rss