ANNO 14 n° 118
Dopo il disastro ambientale, presenze vitali lungo il fiume
24/07/2014 - 17:53

VITERBO - Dopo il disastro ambientale del giugno scorso, per il quale il fiume Treja ha subito un pesantissimo inquinamento per il materiale organico fuoriuscito per il cedimento di una vasca di accumulo di una azienda agricola nel comune di Nepi, l'Ente parco è tornato a monitorare l'ambiente con il fototrappolaggio. Così si chiama la tecnica per fotografare gli animali che vivono nell'area protetta. La macchina fotografica, che scatta foto con un meccanismo attivato da qualsiasi movimento nell'area circostante, ha catturato immagini di molti animali: istrici, martore, tassi, volpi... quest'ultima in particolare sembra quasi essersi messa in posa, tale è la nitidezza dello scatto.

'Sono immagini che confermano molte presenze di animali, diurne e notturne, lungo il fiume Treja. La riprova che l'ambiente ha una sua vitalità che tende a reagire con forza alle azioni di disturbo dell'uomo, o a disastri veri e propri, come quello che si è verificato un mese fa – osserva Valeria Gargini, naturalista del Parco del Treja, che aggiunge – è difficile prevedere quando torneranno i pesci nel fiume, ma quello che è certo è che torneranno.'

Quello che incidenti così disastrosi, ripetutisi due volte in quattro anni, ci dovrebbero insegnare, è che il fiume ha un immenso valore ambientale (il che ha un significato economico altrettanto grande) e che non può essere considerato alla stregua di un canale fognario. Il più importante e significativo progetto ambientale, che dovrebbe essere attivato con urgenza, riguarda proprio la riqualificazione delle sue acque, fino a pochi decenni fa pescose e potabili.






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