ANNO 14 n° 117
''Da 28 anni un piansanese a Seul per aiutare la comunitą''
Carparelli: ''Premiato dal governo''
17/09/2018 - 11:33

CANEPINA - Riceviamo e pubblichiamo da Don Gianni Carparelli:

Conoscete Seul, nella Corea del Sud? E’ una delle potenze economiche nel quadro attuale. Città organizzatissima, pulita, anzi limpida. Servizi efficienti. Gente educata e rispettosa. Casa di monumenti architettonici affascinanti. Potreste mai immaginare che centinaia sono le persone che vivono per strada, nel disagio? Potreste immaginare che in un paese dove il lavoro non manca ci siano centinaia e centinaia di giovani che preferiscono l’abbandono e i rischi della strada alla vita nella famiglia?

Nessuno si rendeva conto che in una società così apparentemente perfetta ci fossero tante sfaccettature di poca perfezione. E’ facile, forse comodo, dire che la responsabilità è di coloro che non vogliono adattarsi. E se le ragioni fossero altre? Non potrebbe essere vero che non sempre gli schemi sociali pur efficienti, non lo sono per tutti? E che per questa ragione ogni società avrà sempre i suoi poveri, che non si conformano. Vivono ai margini, messi da parte e che si preferisce non vedere. Potrebbero invece ricordarci che la perfezione digitale non sempre interpreta correttamente i bisogni umani. E i ‘poveri’, gli ‘emarginati’ sono lì per ricordarci che abbiamo ancora tanto da inventare affinché una società umana sia veramente umana e rispettosa della diversità dei cammini delle persone.

Ebbene in questo contesto a Seul, un nostro concittadino (di Piansano) è riuscito a imporsi come la persona che si è accorta di questo ‘sottobosco’ umano accantonato dalla efficienza, e si è tirato su le maniche. Italiano, piansanese, prete… ‘pure’ direbbe qualcuno allergico. Certo, ‘prete’ ma che non fa troppa notizia perché ‘vero prete’. Qualcuno in Corea se ne accorto dopo 28 anni. E gli hanno dato un premio mai dato prima per una causa del genere: il premio ‘Ho Am Sang’ con un dono di 500.000 euro circa. Che lui ha messo tutti per costruire una nuova casa per i senza tetto e abbandonati in strada. Gli altri 3 milioni e mezzo (per il terreno e la costruzione) sono venuti dalla diocesi di Suwon e donazioni dopo un programma televisivo della KBS, dedicato al suo lavoro.

Qualche briciola gli è arrivata anche dagli amici in Italia. Più di 500 pasti serviti ogni giorno. Offerti con abbondanza e rispetto per l’umanità fragile di tanti esseri umani. Residenze per giovani di strada che desiderano cambiare vita. Siamo stati a visitarlo due volte.

L’ultima visita una settimana fa, con il direttore del CeIS di Viterbo, Don Alberto, l’amico Vittorio Faggiani fotografo e la famiglia di Pe Vincenzo Bordo. Inauguravano la nuova ‘Casa di Anna’ il 1 di settembre. Non è stata solo una visita. E’ stato un ritiro per lo spirito. Una ‘illuminazione’ (pensando anche al Siddharta Gautama, il ‘Budda’, così rispettato in Corea) che permette di dissipare le tenebre del dubbio e riprendere la speranza del futuro, costruendola, non pregandola.






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