ANNO 14 n° 111
Con l’auto di servizio
a giocare d’azzardo,
poliziotto a giudizio
Prima udienza il 7 febbraio
27/09/2016 - 02:00

VITERBO – Prendeva la macchina di servizio e da Roma raggiungeva Capranica, dove, ad attenderlo in un centro scommesse e slot machine, c’erano due delle sue più grandi passioni: il gioco d’azzardo e l’amante. Quelle due stesse passioni che, però, hanno portato il giovane poliziotto A.P. a dover fare i conti con la giustizia. Stavolta dall’altra parte della sbarra.

Rinviato a giudizio ieri mattina dal giudice per le udienze preliminari Stefano Pepe, il dipendente in forza alla polizia giudiziaria di Roma, dovrà presentarsi davanti al collegio tra pochi mesi, per rispondere di peculato e truffa.

La prima accusa, formulata dal pubblico ministero Fabrizio Tucci, deriverebbe dall’aver utilizzato l’auto di servizio per fini privati e non propriamente nobili, mentre quella di truffa da una denuncia sporta dall’amante.

Chè quando la passione finisce, c’è spazio per la vendetta: la donna avrebbe infatti, accusato il poliziotto di averle sottratto con il raggiro ingenti somme di denaro.

''Sono in rosso e non posso più permettermi di giocare'', le avrebbe dichiarato più volte l’uomo. E così il prestito, dettato dalla buona fede, per alimentare la loro illecita passione. Peccato che poi, con quei soldi, il funzionario di pg sarebbe sparito.

Bisognerà attendere la prima udienza fissata per il prossimo 7 febbraio, per scoprire ulteriori dettagli sulla vicenda.






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