ANNO 14 n° 89
Co-housing solidale, a Viterbo nuove forme di convivenza
Il progetto della Caritas: alloggio gratis per studenti che mettono a disposizione il proprio tempo per l'altro
16/09/2019 - 07:00

VITERBO - Duecento metri quadri circa, 7 camere con servizi indipendenti, salone, cucina e aula studio. Ma non si tratta di uno studentato, dove, seppur vivendo tutti sotto lo stesso tetto, i ragazzi trascorrono spesso la giornata per conto proprio, condividendo poco o niente l'uno con l'altro. E neanche la camera o il monolocale in centro, per pagare i quali, tra una lezione e l’altra, bisogna trovarsi un lavoretto. Niente di tutto questo. Al posto dei soldi per l’affitto è richiesto, invece, un po’ del proprio tempo: la disponibilità, a titolo gratuito, a impegnarsi verso il prossimo. ''Per esempio con attività di volontariato, da svolgere in strutture della Caritas o in altre realtà di solidarietà e di promozione sociale'', spiega Alice, 32 anni, coordinatrice di ''AbitiAMO’’, un progetto innovativo di co-housing con sede nel capoluogo della Tuscia.

Via Fontanella del Suffragio. E’ qui, in un appartamento del centro di proprietà della Curia, che da un anno è partito una specie di ''esperimento sociale'' che coinvolge ragazzi, italiani e non, che studiano a Viterbo. Il progetto è promosso dalla Caritas attraverso l’associazione di volontariato Emmaus, in collaborazione con l’ufficio di Pastorale giovanile, il Consultorio diocesano, l’Università degli Studi della Tuscia, l’istituto ''Progetto Uomo’’ di Montefiascone, l’Associazione italiana genitori di Vitorchiano, il centro di documentazione ''Don Lorenzo Milani'' e scuola di Barbiana, e con il patrocinio del Rotary Club di Viterbo. Un successo.

''All’inizio siamo partiti in cinque, quattro ragazze e un ragazzo'', racconta sempre Alice, originaria di Torino, con esperienza professionale nel settore dell’accoglienza dei migranti e dei rifugiati. Prima ancora di diventare coordinatrice di ''AbitiAMO'', è stata un’inquilina della casa: ''Sono arrivata nella Tuscia da Roma per completare la mia formazione come educatrice. A Viterbo vivevo in un miniappartamento in centro e pagavo 300 euro al mese di affitto. Poi, tramite passaparola, ho saputo di questa iniziativa e mi sono fatta avanti. Nonostante non rientrassi nei requisiti richiesti per limiti d’età – i partecipanti hanno in circa tra i 18 e i 26 anni –, sono stata subito ammessa perché hanno ritenuto che la mia presenza potesse essere utile alle dinamiche del gruppo''. Oltre a lei, nella casa, hanno vissuto una ragazza di Civita Castellana, una di Civitavecchia, una moldava da poco in Italia e un ragazzo di Roma.

L’idea di ''AbitiAMO’’ è nata dall’esortazione lanciata alcuni anni fa da Papa Francesco alle diocesi: il pontefice chiedeva di rendere vivi i numerosi luoghi di cui la Chiesa è in possesso, ma che spesso rimangono chiusi e inutilizzati. Spiega sempre Alice: ''In questa ottica l’appartamento in via Fontanella del Suffragio si prestava a molteplici impieghi: dall’aiuto alle famiglie in difficoltà fino all’accoglienza di richiedenti asilo. Iniziative di cui si occupano già diverse realtà parrocchiali. Per questo si è pensato a un progetto diverso, a lungo termine, non basato sulla logica dell’emergenza in senso stretto, come la possibilità di sensibilizzare le persone a buone pratiche da mettere in atto nella vita reale, per sempre''.

Nella casa sono stati accolti anche due ragazze francesi in Erasmus, tirocinanti nell’ambito educativo sociale. Mentre a fine settembre dalla Slovacchia arriverà un giovane che sta approfondendo i propri studi in ambito monastico. ''Ognuno degli inquilini nei mesi vissuti assieme ha dato il proprio contribuito, per esempio, al confronto interculturale - racconta ancora Alice -. Il fatto di non dover versare un affitto, ha permesso di impiegare quel tempo che altrimenti sarebbe stato destinato a svolgere un lavoretto, a conoscere e a essere disponibili verso l’altro. Questo ha creato all’interno della casa legami quasi familiari tra gli inquilini. Non a caso uno dei momenti più importanti della giornata è rappresentato dai pasti, quando ci si ritrova tutti insieme intorno a una tavola per mangiare. Nella casa ci sono poi molti spazi comuni, per cui nel corso della giornata si presentano molte occasioni per relazionarsi gli uni con gli altri. Nel corso della giornata, infine, vengono organizzate altre attività sempre mirate a favorire lo scambio di opinioni e la condivisione, come, ad esempio, il cineforum''.

L’altro impegno richiesto agli studenti che partecipano ad ''AbitiAMO'' è la disponibilità a svolgere alcune attività di volontariato, valorizzando la partecipazione attiva dei giovani nella comunità: dal servire i pasti alla mensa della Caritas all’organizzazione a iniziative sociali e culturali, come la mostra sui rifugiati della Siria che si è svolta nei mesi scorsi a Palazzo dei Papi. Attività da svolgere in maniera compatibile con i propri ritmi di studio, che in una città un po' chiusa come Viterbo aiutano a integrarsi meglio.

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