ANNO 14 n° 117
Che se magnamo a Pasqua?
Pizza di Pasqua e agnello regina e re della tradizione nella Tuscia
27/03/2016 - 03:01

VITERBO – Appurato, almeno stando ai dati in possesso di ViterboNews24, che per queste feste si sta a casa e modificato quindi il luogo comune in ''Natale con i tuoi, Pasqua pure'', una domanda fondamentale: che se magna?

Partiamo dalla base del menu. Sulle tavole della Tuscia non può mancare la pizza di Pasqua. Con gli affettati per antipasto (o secondo e per i più ligi alla tradizione anche per colazione) e con l’uovo di cioccolata alla fine del pasto, qui è sacra. Diverse le scuole di pensiero: chi la preferisce salata, al formaggio, e chi invece dolce (che comunque con il capocollo e la corallina ci sta da Dio), chi la compra sempre nello stesso posto e chi invece sperimenta ogni anno una diversa. A ognuno la sua basta che ci sia. Sempre all’inizio del pranzo non possono mancare le uova sode, tanto odiate dai più piccoli.

Passiamo direttamente al secondo, perché il primo piatto è a discrezione di chi cucina. Non ce ne vogliano i vegetariani, ma per tradizione si mangia l’agnello. Cucinato secondo i propri gusti, non può mancare al pranzo di Pasqua. E allora sotto con la coratella (che anticamente ma neanche troppo veniva offerta per colazione ai mezzadri che dalle campagne venivano a fare gli auguri ai concedenti) con i carciofi alla romana o patate arrosto, con il coscio d’agnello al forno, brodettato o alla cacciatora. Anche il capretto è una valida alternativa all’agnello, proposto anche in diversi ristoranti della zona. Di contorno, oltre a patate e carciofi, perfetti anche gli asparagi, che sono di stagione e se sono locali è pure meglio.

È ora di sparecchiare, fuori le uova di cioccolato (per la gioia dei bambini e non solo) e ancora la pizza di Pasqua: mangiare insieme, assaporare, ripetere l’operazione magari passando dalla cioccolata fondente a quella al latte. Sempre in tema di tradizioni, resiste in alcune zone quella della scarsella e del bracone, i dolci pasquali dedicati ai più piccoli e rispettivamente per femmine e per i maschi con sopra, a decorazione, l’uovo sodo.

C’è chi rompe la scarsella a Pasqua e chi a Pasquetta. Ah, Pasquetta: sotto con i pic nic (tempo permettendo), con i pranzi sociali negli agriturismi e nei ristoranti e, se si arriva ancora affamati alla sera, sotto con gli avanzi. E buona Pasqua.





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