ANNO 14 n° 117
Cerra: ''La nostra vita e' il palcoscenico: non raccontateci menzogne''
La sua testimonianza sul bando comunale degli eventi viterbesi
15/07/2020 - 12:44

VITERBO - Riceviamo e pubblichiamo:

Signori burocrati non parlo quasi mai, ma quando lo faccio è per dire qualcosa! Non state a sottolineare e raccontare troppe menzogne ai teatranti, la nostra vita è il palcoscenico, la nostra faccia è una maschera, a meno che non siate dei bravissimi drammaturghi, il finale è prevedibile.

Sono 32 anni che faccio spettacoli.

Nella foto avevo appena 16 anni, un 'piccolo' trampoliere imberbe, impersonificavo il tempo, il mio primo spettacolo.

Nei successivi 30 anni non mi sono mai fermato, tutte le estati, e non solo, in giro per l'Italia e l'Europa.

Passava il furgone, casa per casa di tutti gli attori, guidato dall'allora regista o dai miei colleghi più grandi; ci caricava la mattina presto e ci riaccompagnava, se non si restava a dormire fuori, la notte o all'alba ... la compagnia, quante avventure!

Vacanze? Ahahah, sono sempre state quelle le mie vacanze, ogni tanto il mare fra uno spettacolo e l’altro.

Ho girato tanti paesi e città, ho conosciuto tanta gente, tanti artisti, ho stretto rapporti fraterni. Il furgone era la mia/nostra casa, i miei colleghi la mia famiglia, la camerata la mia stanza.

La mia famiglia, quella vera? Tante litigate ... la scuola, le festività, il futuro; però alla fine mi hanno lasciato sempre fare. Ricordo quando mio padre venne dopo molti anni anni a vedere un mio spettacolo a Viterbo, all'uscita, dopo i saluti, dopo gli applausi, dopo i fiori, aveva gli occhi lucidi e di nascosto l’ho visto staccare una locandina dello spettacolo per portarsela via, come ricordo, in Calabria.

Nel frattempo sono passato da fare l'attore a fare il regista. Li ho contati: sono 50, 50 regie e di conseguenza mi sono messo io alla guida, a fare l’autista della compagnia.

In totale? Boh, non ho mai tenuto il conto... ( 30x30= 900? 1000?)

Ogni anno penso: ed ora cosa mi invento? Ho sempre paura di non avere più idee, belle idee intendo; poi vengono così, da sole, mentre ascolti una musica, sorseggi un vino o sei al parco e, altrettanto all'improvviso, le visualizzi.

La passione per l'arte mi ha sicuramente aiutato, la pittura prima e la storia dell'arte in generale... infatti molti miei spettacoli sono quadri in movimento, a volte espliciti a volte no. Poi laboratori, scuole, corsi, workshop senza mai, mai, mai fermarsi.

Oggi 'ho deciso', trascinato dalle conseguenze che tutti conosciamo, a fermarmi, almeno nel mese di agosto: niente spettacoli, niente tournée dopo 30 anni.

SAPETE COSA SIGNIFICA?

La pensione? No, quella no.

Voglio andare in vacanzaaaaa ( senza troppe pretese) di testa soprattutto, tipo come quando finivi la scuola a giugno.

Sono un tipo taciturno, parlo poco e soprattutto pochissimo di me, per questo posso risultare uno che apparentemente se la tira, ma quando mi apro lo faccio per bene, ed anche un semplice movimento del sopracciglio acquista un altro valore; il teatro in questo percorso di vita è stato fondamentale, ha reso forte quel lato di me dubbioso ed insicuro: con lui accanto non ho più paura di nulla, sono pronto a qualsiasi prova (tranne le conferenze). Sono pronto a sguainare la spada ed andare a lottare contro i mulini a vento alla guida ed in compagnia della mia amata, armata sognatrice, in cambio della felicità. Sono un trascinatore.

Perché vi ho raccontato tutto questo? Perché forse sto crescendo ed in 30anni in realtà l'ho sempre fatto ma con gli spettacoli senza mai fermarmi, fino ad oggi.

Signori burocrati non parlo quasi mai, ma quando lo faccio è per dire qualcosa: non state a sottolineare e raccontare troppe menzogne ai teatranti, la nostra vita è il palcoscenico, la nostra faccia è una maschera, a meno che non siate dei bravissimi drammaturghi, ahimè, il finale è prevedibile.

Francesco Cerra - Testimonianza sul bando comunale sugli eventi viterbesi






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