ANNO 14 n° 117
Cena narrata dell’ortolano e del vignaiolo alla Valle del Burano
Gioved́ 29 luglio torna la cena narrata di due mestieri di una volta
22/07/2021 - 16:12

VETRALLA - La cena narrata di questo mese alla Valle del Burano riguarderà due mestieri di una volta: l’ortolano e il vignaiolo.

Gli ortolani hanno rappresentato per molto tempo una parte significativa dell’economia del paese. Era un lavoro duro, faticoso e fino agli anni Sessanta quasi completamente manuale, da quì il famoso detto “L’orto vole l’omo morto”. Venivano utilizzati solo gli animali per trainare aratri e carretti. Un mestiere che coinvolgeva l’intera famiglia, uomini, donne, bambini e nei periodi della raccolta di alcuni ortaggi anche manovalanza supplementare: erano generalmente donne ad aiutare le famiglie degli ortolani quando l’attività diventava più intensa, solitamente assunte “a giornata”.

Lavorando in aperta campagna, l’ortolano era soggetto ai ritmi delle stagioni e alle intemperie, era costretto a sfruttare a pieno la luce del giorno dall’alba, al tramonto. I mesi “morti”, con minor lavoro, erano gennaio e febbraio, che venivano dedicati alla manutenzione degli attrezzi, da marzo a dicembre si lavorava senza sosta. I mesi iniziali erano dedicati alla sistemazione dei terreni e alla semina quindi i primi incassi arrivavano soltanto a fine maggio, con la vendita dei primi ortaggi raccolti.

Raccontare la storia degli ortolani significa intraprendere un percorso a ritroso nel tempo fatto di fatica, rinunce e sempre con la speranza che la stagione fosse mite così da non rovinare i raccolti.

Come l’ortolano anche il vignaiolo è uno dei mestieri più antichi della storia, addirittura già nella Bibbia viene spiegato come curare, trattare e suddividere le varietà dell'uva.

Nei primi anni del ‘900 il vignaiolo sviluppa maggiormente le tecniche di lavorazione dell'uva con macchinari rudimentali spesso mossi dalla forza animale soprattutto degli asini e dei cavalli.

Come per gli altri mestieri di campagna spesso era la natura a dettare legge, il vino ogni anno era diverso, a volte veniva bene ed a volte no. Al vignaiolo non restava che fare del suo meglio affinando sempre più le tecniche di coltivazione, di lavorazione, fino all’imbottigliamento e alla conservazione.

Certo c’erano anche dei momenti “divertenti” come alla fine del raccolto pigiare tutti insieme l’uva nel bigonzo a piedi scalzi per farne uscire il succo e separarlo dalla vinaccia. Il mosto che si ricavava veniva poi messo nei tini. Il controllo di tutta la lavorazione era fondamentale per far sì che il risultato finale fosse soddisfacente.

 

Ecco il Menù per la cena narrata di giovedì 29 luglio:

Antipasto: verdure dell’orto delle Moline grigliate, gratinate, crude in cazzimperio, sott’oli e sottaceti. (Rigorosamente bandito il cetriolo)

Primi: Fettuccine dello Scafarotto: pachino, cipolla di Tropea e basilico

- Risotto allo zafferano del bosco e zucchine della Turchina

Secondi: Baccalà alla vetrallese del buzzurro della tradizione sdivignatoria

-Involtini con Pampini dell’allujo con Caponata e erba cipollina

Dolce: Mimosa con le candonche (fragole)

Il costo della cena narrata è di € 25, acqua e vino sono compresi.

 

Per prenotare si può chiamare il numero 0761 461775 o inviare una email: ilburanosrls@gmail.com

La Valle del Burano si trova in Via della Noce, 29 - Tre Croci Vetralla (VT)

www.facebook.com/LaValleDelBurano






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