ANNO 14 n° 117
Caso Manca - Non è
un delitto di Mafia
Secondo Gip morte causata da un micidiale mix di eroina e sedativi
03/12/2011 - 04:03

VITERBO – Fu un micidiale mix di eroina, tranquillanti e alcol a uccidere Attilio Manca e non la mafia, come hanno sempre sostenuto i suoi genitori. Sono le conclusioni cui è giunto il Gip Salvatore Fanti, quasi un anno e mezzo dopo il ricorso presentato dalla madre e dal padre del giovane urologo siciliano in servizio all’ospedale di Belcolle, contro la richiesta di archiviazione dell’inchiesta presentata dalla procura della Repubblica. La terza della serie, impugnata dal legale della famiglia Manca come le due precedenti.

I genitori sono convinti che il figlio, trovato morto nella sua casa in via Santa Maria della Grotticella nel febbraio 2004, sia stato ucciso da Cosa Nostra per eliminare un testimone scomodo del viaggio compiuto da Bernardo Provenzano a Marsiglia per farsi operare alla prostata. Viaggio durante il quale Manca sarebbe stato costretto ad assistere il boss.

A sostegno delle loro tesi hanno portato una serie di elementi: Attilio non si sarebbe potuto iniettare l’eroina nel braccio sinistro perché era mancino; la strana visita compiuta a Viterbo da un suo cugino, appartenente a un clan mafioso di Barcellona Pozzo di Gotto, città natale del medico; le insistenti richieste di restituzione del corpo alla famiglia fatte da un altro parente alla procura a nome dei genitori che, invece, erano all’oscuro di tutto; l’impronta digitale trovata nel bagno di casa di Attilio che non appartiene a nessuna delle persone che la frequentavano abitualmente ed altro ancora. Tanto che il loro legale aveva presentato ben 32 richieste di indagini suppletive. Ma sono state tutte respinte dal Gip.

L’ordinanza del Gip dispone l’archiviazione delle posizioni di quattro delle dieci persone iscritte a vario titolo nel registro degli indagati, ordina invece il proseguimento dell’inchiesta per altre sei, accusate di aver venduto l’eroina al medico.

E’ probabile che la faglia Manca decida di impugnare anche l’ordinanza del Gip. “Decideremo il da farsi dopo aver valutato le motivazioni – dice il loro avvocato -, tuttavia riteniamo che molte delle nostre obiezioni non abbiano avuto risposta”.





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