ANNO 14 n° 116
Canada, il ristorante è «troppo italiano», le autorità fanno cambiare il menu
22/02/2013 - 11:57

La questione è molto più seria di quello che ci si immagini. E a chi non conosce i francesi la cosa potrebbe sembrare una follia. I giornali canadesi raccontano questa storia: un ristorante italiano, il «Buonanotte», uno tra i più esclusivi di Montréal, è stato costretto a cambiare in tutta fretta il menu e togliere i termini «pasta»; «bottiglia»; «antipasto». Al loro posto, la traduzione in lingua francese. L’Office québécois de la langue française, cioè l’autorità nel Québec cui spetta il compito di difendere la lingua di Molière, ha decretato che le parole di origine italiana non sono termini francesi e ha dunque deciso che la loro apparizione sui menu, senza un’adeguata traduzione, viola il codice della lingua. Immediatamente sono iniziate le prese in giro e le proteste.

CANI DA GUARDIA - Massimo Lecas, proprietario del «Buonanotte», è la vittima al centro del reclamo inviato dall’ufficio francese per la terminologia del Québec (OQLF), popolarmente chiamato la «polizia della lingua» o i «cani da guardia della lingua». A questo organismo pubblico, in sostanza, spetta il compito di assicurare la Legge 101 (in vigore dal 1977), affinché la lingua francese sia «parlée, écrite et comprise par tous» nello Stato. Il reclamo all’ufficio era arrivato qualche mese fa da un purista francofono che si era lamentato per la poca chiarezza sulla lista dei piatti del Buonanotte, riferisce la tv canadese CTV. Lecas aveva scritto il menu utilizzando i termini «bottiglia» anziché «bouteille» e «calamari» anziché la parola francese. Da lì era seguita la lettera, la visita di un ispettore e pure una multa. Insomma, parole, a quanto pare, incomprensibili secondo l’ufficio della lingua francese nonostante sul menu fosse presente la traduzione in inglese. Unica concessione è stata fatta alla parola «pizza».

BUON SENSO - La vicenda, molto dibattuta nei media e sui social network, è diventata oggetto di ironia e sarcasmo. Anche i puristi della lingua di Molière, teoricamente d’accordo, hanno avuto da ridire: Diane De Courcy, il ministro responsabile per la lingua francese si è detta sorpresa della lettera inviata al ristorante italiano e si è chiesta se fosse ammissibile un’applicazione così rigida del protocollo. Nel frattempo, scrive il quotidianio The Province, la politica ha ordinato una revisione delle iniziative dell’ufficio della lingua francese invitando l’agenzia a occuparsi di problematiche più rilevanti. Questa, dopo il tam-tam mediatico, è stata indotta ad ammettere «l’errore». Lecas, dal canto suo, si è giustificato dicendo che l’utilizzo delle parole italiane nel menu voleva essere un tributo alle sue origini.

corriere.it




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