ANNO 14 n° 166
“Buongiorno Ceramica”, soddisfazione dalle autorità
Dal bio-distretto della Via Amerina all’evento didattico
Elsa
12/05/2024 - 08:43
di Elsa Berardi

CIVITA CASTELLANA – Dopo le parole di Tamara Patilli, referente del civitonico Museo della Ceramica, anche le autorità organizzatrici degli eventi culturali di Civita Castellana e dei comuni limitrofi si sono espresse con lungimiranza: tra i temi centrali si sono toccati l’ambiente, l’aumento dei consumi e la scelta del prodotto irripetibile. Prodotto, quest’ultimo, che oppone resistenza alle categorie, ma anche al mancato sostegno alla sua territorialità.

Il dialogo con Vanessa Losurdo, responsabile  presso il bio-distretto della Via Amerina, è stato chiarificatore per la comprensione delle prime esigenze di “Buongiorno Ceramica”. Il bio-distretto, frutto del successo di una passione trasversale (unisce agricoltori, sindaci, volti dell’associazionismo locale e persone attive nella società civile), è la valvola di creatività del consorzio AIAB, l’Associazione Italiana Agricoltori Biologici: spunti, idee e risultati incoraggianti risentono di una spontanea adesione e condivisione.

Fare cultura e fare ceramica è però anche rendere l’arte redditizia: Losurdo sostiene che “le esperienze da fare sul posto sono la motivazione che attrae il turismo. Sono tecniche e contatti che hanno un senso solo qua e si riescono a fare qua, dove tutto nasce”. La ceramica è quindi a suo avviso una spinta al successo della promozione del territorio, nelle sfaccettature del suo essere originale. Losurdo è inoltre “al lavoro per il turismo internazionale. Sono venuti tour operator stranieri e spero che vengano di nuovo a breve!”. È convinta anche dell’idea che il turismo di qualità non sia di nicchia o di solo appannaggio della popolazione abbiente: è invece proprio “di chi è interessato, di chi ha attenzione e viene qua per innamorarsi”.

Patrizia Peron, consigliere comunale di Calcata con delega alla Cultura, propone invece una visione eterogenea del contatto tra gioventù, arti antiche e voglia di riprovarci: “Io ho iniziato a fare ceramica da pochissimo, due o tre anni circa. Io penso che sia interessante e importante (praticare la lavorazione della ceramica) perché è anche un ritorno per l’attività manuale, come per la realizzazione di prodotti che non sono tutti uguali. Credo che faccia parte – continua – dell’unicità dell’uomo rivolgersi a ciò che vuole utilizzare, scegliere. Come se prendessi il tè – questo il suo esempio eloquente – su una tazza che ho scelto io. La ceramica può aiutare tantissimo: spero che tanti giovani si indirizzino a questo e che tanti acquirenti scelgano i propri oggetti con il cuore”. Distinguere sì, ma sapientemente: apprezzare la ceramica passa anche dai piccoli gesti, dalla lentezza della nostra osservazione e dall’amore per la propria terra.

 

di Elsa Berardi 

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