ANNO 14 n° 117
Bullismo, il 10% delle vittime tenta il suicidio
Drammatici i dati emersi ieri nel convegno alla Fondazione Carivit
11/04/2017 - 02:01

VITERBO – (AmL) Il 10% delle vittime di bullismo, a livello nazionale, tenta il suicidio. L'80% dei bersagli sono donne, il 20 percento uomini. I carnefici sono per lo più maschi, il 60%, le bulle il 20 percento e il 15% è rappresentato dal branco.

Sono i dati forniti dal comandante della polizia postale di Viterbo Averaldo Piazzolla che rimarca ''molte volte se gli autori di episodi di bullismo sono ragazzi sotto i 13 si tende a minimizzarli definendoli come scherzi''. Attenzione, avverte. ''Per questo, oltre a tenere incontri nelle scuole, cerchiamo di coinvolgere anche i genitori per evitare di sottostimare i segnali''.

E per quanto riguarda la devianza 2.0, il cyberbullismo ''con i video la vittima rivive mille volte l'episodio vessatorio'', lancia un appello ai ragazzi presenti nella sala della Fondazione Carivit: ''Evitate di mettere foto e non raccontate troppo di voi stessi sui social network. Il pericolo è anche quello di incappare nei pedofili. E se avete dei dubbi su un possibile molestatore o bullo contattate noi della polizia postale''.

Nel convegno ''Dalla violenza sui minori alla violenza dei minori'' il fenomeno è affrontato da vari punti di vista: legale, sociale e didattico.

Paola Conti, sostituto procuratore, incentra il suo intervento sulla responsabilità e sulla tutela.

Bullismo e cyberbullismo sono reati da codice penale, suddivisi a seconda le fasce d'età, e civile. ''Entro i 14 anni non si risponde per il penale, dai 14 ai 16 la reità viene accertata caso per caso mentre quando si tratta di over 18 viene riconosciuta la capacità di volere e quindi si parla di dolo''.

Per quanto riguarda la responsabilità civile spiega che ''i genitori hanno l'obbligo di sorveglianza nei confronti dei minori e potrebbero dover rispondere anche con un risarcimento danni''.

Riferisce quindi che in Parlamento si sta discutendo una proposta di legge su bullismo e cyberbullismo che individua precise ipotesi di reato e prevede negli istituti scolastici un docente 'antibullo' ''perché spesso questo genere di episodi è stato scoperto dalla scuola''.

Anche lei lancia un invito ai giovani a ''non restare indifferenti se si trovano ad assistere ad eventi di bullismo e a combattere l'omertà'' e alle vittime dice ''mai tacere. E' importante parlare, denunciare prima di tutto ai propri genitori''.

Il titolo del convegno è mutuato dal libro scritto dall’avvocato e criminologa Caterina Grillone, presente all'incontro che ha aperto i lavori con un intervento a braccio molto appassionato. ''Sono le mamme che devono trasmettere i valori ai propri figli, bisogna saper parlare anche di argomenti scabrosi''. Madre anche lei non si nasconde però dietro alibi quando dichiara: ''I minori sono vittime ma sanno anche essere cattivi. E non esistono differenze di genere ma di modalità. Il bullo tende a ricorrere più alla forza muscolare, la bulla invece è più subdola, capace di mettere in atto astuzie insospettabili''.

Il bullismo è sempre esistito ma si chiede ''cosa fa esplodere nelle nuove generazioni tutta questa violenza?''. Una domanda che si devono porre gli adulti e capire cosa manca oggi. E indica: ''Colloquio, dialogo ed empatia con i figli. L'educazione si dà in famiglia, ma se li lasciamo soli vengono educati dal muretto dove possono trovare il branco o gli spacciatori''.

Empatia è una parola che torna anche nell'intervento della dirigente scolastica del liceo 'M. Buratti' Clara Vittori. ''Dovremo educare alle emozioni e all'empatia i nostri ragazzi. Il bullismo è legato all'incapacità di gestire le emozioni, a provare empatia per i sentimenti dell'altro''. E oltre a quella che si può definire didattica emotiva indica, tra le soluzioni l'allontanamento da una vita di relazione prevalentemente virtuale ''recuperando l'interdipendenza che esiste in natura''.

Tra i relatori anche la dirigente del liceo ''P. Ruffini'' Maria Antonietta Bentivegna e il responsabile servizio coaching Ipse (Istituto Psicologico Europeo) di Viterbo, Michele Palazzetti.

Nel pubblico il presidente della Fondazione Carivit Mario Brutti, che ha portato il saluto iniziale come padrone di casa, l'assessore comunale Tonino Delli Iaconi e la senatrice Laura Allegrini.






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