ANNO 14 n° 117
Botte e minacce alla ex,
il racconto delle violenze
La sorella della vittima: ''Si respirava solo quando stava in missione''
16/09/2016 - 02:00

VITERBO – ''I litigi erano all’ordine del giorno, i motivi più disparati. Da una banale conversazione o da una semplice contraddizione, potevano nascere reazioni violente, improvvise, esagerate. Vivevamo bene e in pace solamente quando mio cognato partiva in missione all’estero. Stava via mesi e in casa si respirava finalmente tranquillità''.

A parlare in aula, di fronte al giudice monocratico Rita Cialoni, è la sorella di V.N., vittima delle aggressioni del marito durante tutto il periodo della convivenza e del successivo matrimonio.

L’uomo, un militare, dovrà rispondere di maltrattamenti in famiglia nei confronti della ex convivente, costituitasi parte civile nel procedimento.

''Era indispensabile che tutti la pensassero alla sua stessa maniera. Altrimenti lui reagiva con violenza - prosegue la donna - Una sera mia sorella mi chiamò in lacrime, era sotto choc. Le aveva messo le mani al collo, era completamente livida. Ma non solo, l’aveva presa per un braccio e tentato di buttarla giù dalle scale. Quella sera se ne andò di casa, ma l’incubo non finì di certo lì.''.

L’uomo, secondo i testimoni dell’accusa, sfilati uno ad uno in tribunale, avrebbe infatti continuato a cercarla: messaggi e telefonate minacciose in cui avrebbe giurato alla ex moglie di fargliela pagare per averlo abbandonato. Un carattere instabile e altalenante, cui V.N. per anni soccombe, ma a cui poi decide di ribellarsi, scatenando ancora una volta le reazioni del marito.

''Dopo che mia sorella se ne andò di casa, lui non le ha mai più permesso di tornare a prendere le sue cose. Anzi, gliele gettò nel cassonetto. Abbiamo recuperato insieme tutti i suoi vestiti tra la spazzatura'' sottolinea la testimone.

''Non so come potesse sopportare il comportamento di suo marito, lei l’amava e ha cercato di andare sempre oltre ogni cosa. Fino al giugno di cinque anni fa, quando la loro relazione raggiunse il punto di non ritorno. Quella sera non si trattò dei soliti insulti e delle consuete minacce, quella sera per mia sorella il pericolo fu reale. L’uomo che amava era diventato un vero estraneo.''.

L’udienza è aggiornata al nuovo anno.






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