ANNO 14 n° 118
''Amministriamo o andiamo a casa''
Fioroni a testa bassa contro i ''gufi'' e chi ''mette i bastoni tra le ruote a Michelini''
21/12/2014 - 00:00

VITERBO – Che, nonostante il Natale, non sarebbe stato ''buono'' Giuseppe Fioroni l'ha premesso in apertura del suo intervento, ma nessuno si aspettava che sarebbe stato ''cattivo'', a tratta sferzante, come in effetti è stato. Tantomeno nessuno si aspettava che, in occasione del tradizionale appuntamento per lo scambio di auguri al Balletti Park Hotel, riservato ai suoi amici vicini e lontani, Fioroni avrebbe lanciato una sorta di ultimatum alla maggioranza di Palazzo dei Priori: ''Sappiano coloro che gufano o mettono i bastoni tra le ruote della giunta – ha scandito -, che così non si va da nessuna parte. Anzi si va a casa''. E da lì in poi è stato un crescendo di avvertimenti. Insomma, un Fioroni sempre più renziano anche nel linguaggio.

''Abbiamo riconquistato il Comune dopo venti anni di centrodestra – ha sottolineato – e ora non possiamo tirare a campare. Il nostro compito è risolvere i problemi dei cittadini. Finché il sindaco e la giunta sono in condizioni di lavorare si va avanti, altrimenti si va a casa. E quelli che hanno gufato e intralciato l'amministrazione dovranno trovare qualcun altro disposto a candidarli''.

L’ex ministro si è scagliato poi contro chi non rispetta le decisioni della maggioranza e giustifica il voto contrario con la necessità di ''mandare un segnale''. ''Per mandare segnali – ha rintuzzato Fioroni – non ci si candita al Parlamento o al Comune di Viterbo; si partecipa al concorso per vigili urbani. Questa gente – ha sentenziato – deve essere tolta di mezzo''.

Mentre Fioroni, senza peli sulla lingua come mai, parlava ai suoi affinché gli altri capissero, nella sala stracolma, molti annuivano con il capo. Annuiva in primo luogo il sindaco Leonardo Michelini, che vive di mesi sulla sua pelle le ''manovre di palazzo'' dei pretendenti a un posto in giunta, annuivano Luisa Cimbella e Alvaro Ricci, gli assessori di ''riferimento'', annuiva anche qualcuno di quelli che, di tanto in tanto, si mettono di traverso per convincere se stessi prima degli altri che esistono davvero. Politicamente, s'intende.

Infine, Fioroni si è detto certo che il Parlamento approverà definitivamente la legge elettorale prima della nomina del nuovo capo dello Stato. Subito dopo sarà la volta delle riforme costituzionali.

Poi baci, abbracci e auguri di buone feste. Anche se pochi tra i presenti sperano davvero che l'ascia di guerra del Pd e degli alleati resterà sotterrata anche dopo il 6 gennaio.





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