ANNO 14 n° 118
Agroalimentare italiano
a rischio: se ne
parla a Caffeina
Domenica l'iniziativa di Coldiretti
01/07/2016 - 11:41

VITERBO - Proteggere il Made in Italy con la legalità dalle contraffazioni e dalle agromafie. È il tema del dibattito promosso da Coldiretti e Campagna Amica per domenica 3 luglio alle 19.30 a Viterbo, presso lo Slow Food Village, piazza del Sacrario, nel contesto del Festival Caffeina.

Tra i relatori, insieme al presidente e al direttore della Coldiretti provinciale, Mauro Pacifici e Alberto Frau, anche Andrea Baldanza, magistrato della Corte dei Conti, vicepresidente dell’Osservatorio sulle agromafie e capo di gabinetto del governatore del Lazio, il presidente di Federconsumatori Rosario Trefiletti ed Emanuela Viarengo della Commissione legalità di Slow Food.

Le stime più aggiornate ci dicono che la contraffazione, la falsificazione e le imitazioni dei prodotti alimentari italiani nel mondo generano un fatturato illegale di 60 miliardi di euro, arrivando quasi a doppiare quello dell’autentico Made in Italy che nel 2016 punta a superare i 38 miliardi di euro. All’estero il nemico sono le imitazioni low-cost dei cibi nazionali, confezionati in modo tale da richiamare luoghi, sapori e tradizioni della italianità, ma che non hanno legami col nostro paese. Due prodotti alimentari di tipo italiano su tre in vendita sul mercato mondiale sono frutto dell’agropirateria internazionale.

In testa alla classifica dei prodotti più taroccati troviamo formaggi, salumi, vini, olio extravergine di oliva, spumante. Ma la criminalità agroalimentare è anche interna, nostrana, perché spesso i prodotti falsi venduti in Italia sono assemblati e confezionati direttamente sul suolo nazionale. Truffe e inganni a danno delle aziende che operano nella legalità e dei consumatori che nel fare spesa – mancando l’obbligatorietà della indicazione in etichetta della provenienza delle materie prime – sono convinti in buona fede di acquistare prodotti italiani che sono invece fatti con sostanze e ingredienti importati chissà da dove.






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