ANNO 14 n° 117
Acqua non potabile, Talete deve rimborsare per ''servizio limitato''
Questa la sentenza del giudice di pace
31/01/2013 - 11:04

VITERBO – “Il giudice di pace di Civita Castellana rigetta la domanda di restituzione dei canoni di depurazione ma accoglie la domanda di restituzione e condanna la Talete spa a restituire la somma di 50 euro”. E’ questa la sentenza arrivata dal tribunale di Civita Castellana dopo il ricorso presentato da un cittadino che chiedeva alla Talete e al Comune il rimborso delle tariffe pagate nel periodo di tempo in cui l’acqua del paese era stata dichiarata non potabile.

La domanda di rimborso dei canoni di depurazione è stata rifiutata dal momento che non erano ancora decorsi i termini entro cui richiedere il risarcimento. Per quanto riguarda, invece, la domanda di restituzione di parte della somma versata per il periodo che andava dal 25 settembre 2006 al 18 maggio 2007, il giudice di pace ha dato parere positivo vista la non potabilità dell’acqua.

In quel lasso di tempo, come emerso da un’ordinanza del Comune di Civita Castellana, l’acqua non era infatti potabile e il cittadino, perciò, ha usufruito di un “servizio idrico limitato”, come si legge nella sentenza, che determina una riduzione dei canoni pagati.

“La Talete spa aveva di fatto la gestione del servizio a partire dal 30 agosto 2006 – scrive il giudice -, data precedente alla non potabilità dell’acqua. Di conseguenza ha l’obbligo di effettuare la parziale restituzione dei canoni”.






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