ANNO 14 n° 117
Acqua, Nocchi lasciato solo dalla sinistra
E il comitato rilancia: ''No ad adeguamenti delle tariffe, ma forcing sulla Regione per accedere alla fiscalitą generale''
29/02/2020 - 06:53

VITERBO - ''Si prega di garantire presenza e puntualità'', recitava l’invito ai sindaci del presidente Pietro Nocchi per la riunione della consulta d’ambito che si è svolta ieri mattina a Palazzo Gentili, All’ordine del giorno ''l’uniforme applicazione dei livelli tariffari all’interno dell’Ato 1 – Lazio Nord Viterbo''. Ma a mancare all'appello sono stati proprio i sindaci della sua parte, della sinistra pro Talete, che in teoria dovrebbero essere i più interessati a che la questione dei comuni ''autonomisti'' si risolva in modo definitivo, dando applicazione alla convenzione di cooperazione in base alla quale è la conferenza dei sindaci Ato a decidere la tariffa per tutti e non le giunte dei singoli paesi per proprio conto.

Sicuramente una casualità le numerose poltrone vuote tra i banchi della maggioranza che fa riferimento a Nocchi. Gli assenti avranno avuto sicuramente altri impegni. Questioni inderogabili, già in agenda. Anche c'era la possibilità di mandare alla Consulta un proprio delegato. Per questo la circostanza fa riflette re.

Ieri - va sottolineato - non si doveva votare alcuna delibera. L’assenza della sinistra ha però lasciato il campo libero agli amministratori dei Comuni per i quali l'adeguamento non è applicabile. Gli ostacoli? L’impossibilità, secondo loro, di adeguare le tariffe con l’approssimarsi dell’approvazione dei bilanci comunali, il conflitto che si configurerebbe rispetto alle prerogative assegnate agli enti locali e altre questioni tecniche. Osservazioni davanti alle quali si è deciso di rinviare il dibattito nuovamente in assemblea dei sindaci, sulla cui data però al momento non c’è certezza. Forse a metà marzo.

Presenti come sempre, invece, gli attivisti che lottano per l’acqua pubblica: ''In merito alla riunione in Provincia - si legge in una nota - il coordinamento dei comitati per l'acqua pubblica 'Non ce la beviamo' è contrario all'adeguamento alla tariffa di Talete perché significherebbe togliere autonomia ai Comuni per farli entrare in una gestione fallimentare e formuliamo delle proposte alternative. Ricordiamo che c'è un ricorso in atto. La nostra proposta è di fare una richiesta ufficiale da parte del presidente Ato alla Regione per accedere alla fiscalità generale per avere contributi a fondo perduto in quanto l'Ato 1 provincia di Viterbo è l'unico ad avere un problema straordinario nella Regione Lazio: l'inquinamento che richiede un dispendio enorme di risorse.

Va fatta una forte pressione alla Regione e pretendere una risposta ufficiale. I cittadini della Tuscia non possono accollarsi i costi anche dell'inquinamento. Questa è una proposta che può essere attuata immediatamente.

L'altra è legata alla ripubblicizzazione del servizio. La gestione in mano ad un ente di diritto pubblico risolverebbe anche il problema di accesso al credito perché l'ente pubblico costituisce garanzia per accesso al credito, cosa che non può una spa con capitale sociale esiguo e con gestione fallimentare. Quindi altra richiesta ufficiale alla Regione di applicazione della Legge 5/2014 con primo passo la designazione dei bacini su base idrogeografica''.






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