ANNO 14 n° 117
Pastori sfruttati, il titolare
dell'azienda si difende
''Tre camere da letto e 100 metri quadrati di casale con acqua corrente e riscaldamento''

VITERBO - (b.b.) Presunto sfruttamento di manodopera all'interno di un'azienda agricola alle porte della città di Viterbo, il titolare si difende davanti al gip.

E' comparso ieri mattina in tribunale per l'interrogatorio di garanzia l'imprenditore 72enne originario di Nuoro, ma da anni residente nella Tuscia, finito nella bufera dopo le indagini dei carabinieri del nucleo tutela del lavoro e dell’ispettorato, che hanno portato al suo arresto. ''Ha chiarito la sua posizione e risposto a tutte le domande del giudice'', ha commentato il suo legale.

Da giorni ai domiciliari per presunto caporalato all'interno alla sua azienda, il pastore avrebbe spiegato come in realtà i quattro dipendenti – tutti stranieri e senza regolare contratto - vivessero in condizioni dignitose all’interno del casale messo loro a disposizione vicino al pascolo.

Oltre 100 metri quadrati calpestabili, con tre camere da letto, acqua potabile, scaldabagno, camino e stufette elettriche per riscaldarsi in inverno, un frigorifero bagni presenti e funzionanti.

Ma non solo. Secondo la sua versione, anche gli orari di lavoro denunciati agli inquirenti dai suoi dipendenti sarebbero stati ben più bassi. Nessun turno da 10 ore al giorno, 7 giorni su 7 per paghe da fame, ma orari flessibili e ''per periodi di tempo che non superavano i tre mesi'' ha sottolineato il suo difensore.

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