ANNO 14 n° 118
Centro storico a ostacoli per i disabili
Katia: ''Due volte soccorsa sul marciapiede davanti all'Inps in via Capocci''

VITERBO – La toccante testimonianza di Maria Laura De Luca impossibilita ad accedere ad alcuni esercizi pubblici del centro per la presenza delle barriere architettoniche ha puntato i riflettori su una problematica sentita. Sulla sua vicenda si sono scatenati i commenti sui social. Come quello di Gianni G. ricorda che ci sono delle agevolazioni per quelle attività che vogliono abbattere le barriere architettoniche. ''La legge – scrive - vieta da anni l'apertura di qualsiasi attività che ha barriere architettoniche perché è un reato non più civile ma penale. In più chi autorizza l'apertura commette un reato penale. Il problema – sottolinea – è chi controlla fa molto male il proprio lavoro. Chi ha aperto anni fa attività con barriere architettoniche e vuole abbatterle può far domanda al Comune per i fondi oppure chiedere la defiscalizzazione delle spese, presentando le fatture dei lavori fatti e autorizzati dallo stesso assessorato''.

Il problema, come fanno notare altri, non è solo per i negozi e gli esercizi pubblici. La questione è più grave quando si parla di uffici pubblici.

A tal proposito è significativa la testimonianza rilasciata da Katia R. ''Conosco lo sconforto di chi non riesce ad accedere in un luogo e psicologicamente non si riesce ad accettare neanche la risposta che 'basta chiedere e vi aiutiamo' che dà vita ad una spesso affannosa ricerca di soluzioni con tanto di procurata e non gradita attenzione sul 'caso'. Per questo, prima ancora di aprire una pizzeria, il mio compagno ha fatto realizzare su misura le due pedane necessarie, che oltre al costo (non sapevamo di contributi, ma tanto di burocrazia ne abbiamo già abbastanza...) significa trasportarle all'interno e all'esterno durante la chiusura/apertura (purtroppo vanno a ruba e inoltre alcuni trovano divertente saltarci tipo trampolino...). Ma che soddisfazione quando qualcuno ne fa uso! Ti ripaga dell'impegno! Qui si parla di negozianti, alle perse si evitano (seppure con senso di rabbia e sconfitta), ma ciò accade anche per gli uffici e soprattutto per le strade. Due volte sono stata provvidenzialmente soccorsa su marciapiedi con discesa a doppia pendenza. Uno di questi è proprio dinanzi all'Inps di via Capocci, luogo per antonomasia molto frequentato da carrozzine. Mi auguro che questa mia testimonianza (non sono solita..) possa far comprendere la necessità di intervento''.




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