ANNO 14 n° 110
Foto precedente
Carp fishing, Lago
vivo monitora le sorti
del lago di Bolsena

di Caterina Berardi

VITERBO - Tutto cominciò lo scorso anno, quando in relazione di un convegno alla Rocca dei Papi di Montefiascone fu tenuto un incontro pubblico con la presenza di autorevoli ecologisti e all’attenzione di alcuni soggetti politici del bacino lacustre. I dati che si discussero in quell’occasione, alla presenza del professor Nascetti, ordinario di Ecologia, dell’Università della Tuscia, furono chiari. Il nostro lago, sta subendo un processo di “eutrofizzazione”, in buona sostanza, tutti gli elementi nutrienti che vengono immessi nel lago, sono nocivi allo stesso, apportando un abbassamento di produzione di ossigeno, vitale per l’ecosistema lacustre. Attualmente, lo stato di salubrità delle acque del lago, secondo le analisi in possesso di Nascetti, risulta essere sufficiente; ma non basta, se non si riuscirà a ristabilire entro il 2015 la condizione del lago con il parametro “buono”, arriveranno pesanti sanzioni dalla Comunità Europea. In occasione del campionato mondiale di pesca della carpa, che vede impegnate 24 piazzole di pescatori provenienti da ogni dove, ci si aspetta un standard di comportamento etico, che risponda alle richieste del documento di Piano di gestione della zps Lago di Bolsena e isole Bisentina e Martana (IT6010055) e dei sic Lago di Bolsena (IT6010007) e isole Bisentina e Martana (IT6010041), proposto nel 2009, dall’allora assessore all’ambiente della Provincia di Viterbo Tolmino Piazzai nell’era della presidenza di Alessandro Mazzoli. Tutta la comunità che vive intorno allo specchio vulcanico, coesa, attraverso la neo nata associazione falisca “Lago Vivo”, con a capo Renato Mezzetti, sta cercando di capire se l’introduzione delle pasture per la pesca della Carpa siano dannose o meno per il nostro lago. Siamo andati ad ascoltare alcune testimonianze dei pescatori interessati al campionato. “Noi, siamo convinti di fare del nostro meglio, nel rispetto dell’ambiente” - è il commento di un accompagnatore proveniente da Terni, a capo di una squadra carpista americana -. “Le boiles? E’ tutto mangime naturale, a base di mais, nocciole, e aromi fruttati. Che vuole che apporti di male al lago? Oltrettutto, la carpa non ha sistema digerente, quindi, tutto quello che mangia lo espelle, e una volta catturato il pesce, lo curiamo dai buchi dell’amo e lo rimettiamo in libertà. Ci faccia gli auguri, saremo noi a vincere quest’anno il campionato”.

Ma il punto è proprio questo. Evitare di apportare nel lago nuove sostanze nutrienti. A recare un ulteriore danno, la presenza degli scarichi dei liquami, per via dello stato di manutenzione deficitario, delle pompe di sollevamento del Cobalb, che ormai da anni, versano in condizioni critiche. Preoccupazioni arrivano anche dalla comunità archeologica, dove in una conferenza tenuta a Capodimonte presso il museo della Navigazione delle Acque Interne dal professor Pietro Tamburini, si è affrontato il problema dell’estinzione di granchi nell’area subacquea interessata dal ritrovamento archeologico del Gran Carro. Ora, in quello stesso tratto, il collettore fognario sversa i suoi liquami direttamente nell’acqua e dei nostri granchi, non vi è più nemmeno l’ombra. E la politica, che fa? Forse è distratta da altro, ma è necessario monitorare e perseverare, affinchè la cultura della conservazione del patrimonio ambientale, diventi consapevolezza prioritaria di un bene naturale a disposizione di tutti, così come ce lo hanno lasciato i nostri avi.

 




Facebook Twitter Rss