ANNO 14 n° 117
All'Ellera 50 anni del Green Moon
Il quartiere fa festa a Dino, suo ''barbitonsore''

VITERBO - Correva l’anno 69 del secolo scorso e attorno alla chiesa di S. Maria dell’Edera, posta là sulla sinistra del vialone che dalle mura conduce alla Quercia, stava sorgendo un nuovo quartiere: l’Ellera.

Strade bianche ancora non asfaltate, palazzine odorose di calce fresca, qualche bottega per le prime necessità, un forno, la farmacia: tutto attorno un grande silenzio e il profumo dei campi vicini.

Però mancava un “barbitonsore”: il barbiere.

Una mattina di bel sole etrusco ti appare per le vie del quartiere un giovanotto con una borsa in mano ed una chitarra a tracolla.

Era Dino. Dino De Santis da Ronciglione, fresco di leva e voglioso di fare…

Era venuto per rendere più belle le donne del quartiere e meno irsuti i suoi uomini.

Ti apre un localino in via Dalmazia; una poltrona, due specchi, un divanetto e tanti sorrisi.

Cominciò così quello che poi sarebbe diventato il GREEN MOON, salone prestigioso per titoli e clientela: era il 1° luglio 1969.

Ma il “nostro” non rimane chiuso là dentro ad oprar di forbici e rasoio, non si limita a tagliar peli al chiuso: esce sulla via e per il quartiere ad offrire il suo contributo, a recare il suo spirito di iniziativa, la versatile sua capacità organizzativa, l’impegno per lo sviluppo della nuova comunità.

Si comincia con la prima gara podistica del quartiere per dare il via ad una serie di manifestazioni che rimangono tutt’ora nella memoria dei più anziani.

Con un gruppetto di altri 8 volenterosi, partecipa alla costituzione dell’Associazione Culturale – Ricreativa “Santa Maria dell’Edera” ed alla redazione e distribuzione del primo periodico locale, destinato a dare alla nuova comunità una specifica connotazione e una propria identità.

Oltre ad accogliere il pensiero dei cittadini tutti, esso si andava a porre anche come palestra per qualche giovane penna emergente.

Sarebbe troppo lungo elencare le numerose manifestazioni realizzate in quei bei tempi: ad esse, il nostro oggi cinquantenario artigiano ha recato sempre il suo entusiasmo, la sua competenza e il suo impegno.

Sta di fatto che il quartiere dell’Ellera ha vissuto allora un periodo di fervorosa attività, ha realizzato iniziative di carattere religioso, culturale, folcloristico con ricorrenti eventi sportivi, musicali, di moda e di culinaria mai più visti.

E lui c’era sempre.

C’era quando le note delle bande e delle orchestrine salivano per l’aria dell’Ellera, quando le grida dei bimbi e delle mamme si levavano attorno alle gimcane, c’era quando le ragazzette sognavano quei vestiti da sposa durante le sfilate presso la scuola elementare e quando i lettori sfogliavano i libri esposti alla mostra, c’era quando i campioni mondiali di podismo solcavano veloci le vie del quartiere.

Lo trovavi ad attaccare le bandierine di notte e non mancava mai quando nelle serate estive per le finestre aperte entrava stimolante l’odore delle braciole stese sul bracere acceso.

Anni d’oro furono quelli per il quartiere, ai quali il nostro personaggio ha recato sempre un valido e disinteressato contributo.

Ed ora, dopo cinquant’anni di onorata alacre attività è ancora là, nella sua bottega: lo trovate ancora là a pizzicare le corde della sua chitarra, con il solito sorrisetto ammiccante alle belle signore, sotto lo sguardo vigile della sua Luigina.

Quello che lo saluta e lo ringrazia oggi è un ormai quartiere “vecchio”, ma è il “suo” quartiere.

Enio Peverini




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