ANNO 14 n° 117
A Narni la 25.ma edizione della rassegna del Film restaurato
Le Vie del Cinema proietta domani San Michele aveva un gallo e Bongo e i tre avventurieri. Ingresso gratuito

NARNI - Domani 23 luglio a LE VIE DEL CINEMA è la volta di San Michele aveva un gallo (1972) di Paolo e Vittorio Taviani: uno dei pochi film davvero belli e importanti sul Risorgimento. Sarà il regista Paolo Taviani insieme con lo scrittore Andrea Carraro a presentare al pubblico il film.

Per i più piccoli, sempre alle 21.00, sarà proiettato il classico Walt Disney restaurato Bongo e i tre avventurieri di Jack Kinney, Bill Roberts, Hamilton Luske, William Morgan (1947)

SAN MICHELE AVEVA UN GALLO di Paolo e Vittorio Taviani

Italia, 1972, 90’

Ispirato alla novella di Lev Tolstoj Il divino e l’umano; sceneggiatura di Paolo e Vittorio Taviani; fotografia di Mario Masini; musiche di Benedetto Ghiglia; scenografia di Gianni Sbarra - Con Giulio Brogi, Daniele Dublino, Virginia Ciuffini, Renato Scarpa, Rino Cestie - Restauro digitale realizzato dalla Cineteca Nazionale

Introdurrà la proiezione il regista Paolo Taviani insieme con lo scrittore Andrea Carraro

SINOSSI: Nel 1870 un anarchico internazionalista comincia una lunga prigionia di segregazione. Dieci anni dopo, durante un trasferimento, incontra giovani rivoluzionari che lo irridono.

NOTE SUL RESTAURO: San Michele aveva un gallo è stato diretto da Paolo e Vittorio Taviani nel 1972. È liberamente tratto dal racconto “Il divino e l’umano” di Lev Tolstoj. È la storia di Giulio Manieri (splendida interpretazione di Giulio Brogi), un rivoluzionario del Risorgimento italiano che è costretto a confrontare il proprio idealismo utopico con la concretezza di giovani ribelli assai meno sognatori di lui. Si parla di Risorgimento, ma si parla anche delle riflessioni politiche e delle delusioni seguite alla stagione del ’68. Presentato a numerosi festival (Cannes, Forum di Berlino, Giornate di Venezia) tra il 1972 e il 1973, è uscito nelle sale italiane solo nel 1976.

Il restauro è stato realizzato dal Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale e dall’Istituto Luce-Cinecittà, ed eseguito presso i laboratori di Istituto Luce-Cinecittà a partire dal negativo originale 35mm e dal negativo sonoro ottico messi a disposizione da SEAC e da RaiCinema. Alcune sezioni troppo rovinate nel negativo sono state integrate con immagini tratte da interpositivo per complessivi 110 metri. Tutte le lavorazioni sono state approvate da Paolo Taviani. Il restauro è stato curato da Mario Masini, direttore della fotografia del film, per la parte visiva e da Federico Savina per la parte sonora.

 

BONGO E I TRE AVVENTURIERI di Jack Kinney, Bill Roberts, Hamilton Luske, William Morgan (1947)

SINOSSI: Questo film presenta due segmenti: “Bongo” e “Topolino e il fagiolo magico”. Il Grillo Parlante appare all’interno di un’enorme pianta in una grande casa, esplorandola e cantando “Non ci si deve mai crucciar” fino a quando gli capita di inciampare su una bambola, un orsacchiotto, un giradischi e alcuni dischi, e ne riproduce uno in cui si narra la storia di Bongo.

Bongo – Questo segmento è basato su una storia originale di Sinclair Lewis, e segue un orsacchiotto da circo che vuole vivere libero in natura. Bongo fugge e presto si rende conto attraverso la sua avventura che si deve mettere alla prova al fine di guadagnare la sua libertà.

Topolino e il fagiolo magico – Questo segmento è un adattamento di “Jack e la pianta di fagioli” con Topolino, Paperino e Pippo come contadini che scoprono il castello del lunatico gigante Willie nel cielo attraverso l’uso di alcuni fagioli magici.

Con questa venticinquesima edizione, collegata al progetto European History Moving, si prosegue il viaggio intrapreso due anni fa e teso ad analizzare la storia attraverso il cinema. Quest’anno, dall’Italia il viaggio si allarga all’Europa: alcuni dei film scelti raccontano momenti cruciali della storia del nostro continente, dal nazismo alla campagna di Russia durante la Seconda guerra mondiale. Confermando, tra l’altro, la vocazione internazionale di un cinema che per trent’anni, dalla fine della guerra agli anni ’70, è stato uno dei più vitali e importanti del mondo.




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