ANNO 14 n° 109
Giro di fatture false nel commercio del caffè, l'inchiesta partita da Viterbo
La guardia di finanza ha scoperto la frode dalle verifiche fiscali di alcune società locali
02/10/2022 - 05:47

VITERBO - E' partita da alcune verifiche fiscali eseguite dalla guardia di finanza di Ladispoli nei confronti di società di Viterbo e di Frosinone, operanti nel commercio all’ingrosso di caffè, l'inchiesta che ha portato alla scoperta di una maxi frode fiscale. 

Frode per la quale i finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno eseguito il sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore di circa 700.000 euro nei confronti di 10 persone, tra titolari di ditte individuali e amministratori di diritto e di fatto delle società coinvolte, indagate per le ipotesi di reato di omesso versamento di imposte, nonché di emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Dagli approfondimenti è emersa l’interposizione formale, negli acquisti di merce da altri Paesi dell’Unione Europea e nella rivendita in Italia, di società “cartiere” le quali, prive di qualsivoglia struttura operativa e di personale alle dipendenze, si assumevano l’integrale debito Iva, che non veniva mai versata all’Erario.

Al vertice del sodalizio due italiani - uno residente in Slovenia e l’altro nella Repubblica di Malta – che si occupavano delle vendite rispettivamente nell’Italia centro-settentrionale e in quella meridionale.

La Procura della Repubblica di Civitavecchia, sulla base degli elementi raccolti dai militari, ha ottenuto dal gip del tribunale l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca anche “per equivalente”, che ha riguardato liquidità giacente su conti correnti bancari e due immobili ubicati a Roma.

 

L’operazione si inquadra nella più ampia azione posta in essere dall’Autorità Giudiziaria e dalla Guardia di Finanza di Roma a contrasto delle frodi fiscali che alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli imprenditori onesti.






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