ANNO 14 n° 114
Nel 2001 fracassò il cranio a picconate alla moglie
13/11/2014 - 00:00

VITERBO – Lui, Aslan Agoj, 40 anni; la moglie Enkelejda, 32, e due figli di 12 e 14 anni.

L'albanese, oggi 53enne, arrestato ieri l'altro a Sutri per aver assassinato la convivente a coltellate, tredici anni fa aveva un'altra vita. Una vita normale, tranquilla. Dal 1993 si era trasferito con la famiglia a Cave, in provincia di Roma, dove godeva di ottima reputazione. Lavorava in regola per un'impresa edile fino al luglio del '99, quando un incidente sul lavoro lo aveva lasciato in mezzo ad una strada. Fino al 20 ottobre 2001, giorno dell'uxoricidio, a mandare avanti la famiglia ci aveva pensato Enkelejda con lavori saltuari. Alla base di quel folle gesto, dunque, poteva esserci la difficile situazione economica. Ma, non lo esclusero gli inquirenti, anche la gelosia.

Quella mattina di ottobre, aspettò che i figli andassero a scuola, per poi uccidere la moglie con un attrezzo da muratore, il ''male e peggio'', colpendola alla testa e fracassandole il cranio. Dopodiché si consegnò alla polizia municipale che, a sua volta, allertò i carabinieri.

La tragedia sconvolse l'intera comunità di Cave, dove la famiglia era conosciuta a apprezzata. Due anni più tardi arrivò la condanna a 14 anni di reclusione della Corte d'assise d'appello. I due figli furono affidati agli zii.

Nel 2012, dopo aver scontato 9 anni di carcere, l'uomo tornò in libertà. Circa un mese fa, il perché è ancora oggetto d'indagine, arrivò a Sutri e si stabilì nella casa della donna di 31anni, madre di tre figli. E la tragedia si è ripetuta: l'ha uccisa a coltellate. Quella mortale le ha passato da parte a parte il collo. 

Facebook Twitter Rss