ANNO 14 n° 110
''Rinuncio al voto per non essere umiliato davanti all'intera cittą''
Dai domiciliari al seggio con la scorta: il gip gli nega il permesso d'uscita
23/06/2018 - 06:37

VITERBO – Una rinuncia formale al voto per non subire un’umiliazione pubblica. A.B. non si presenterà al seggio domenica prossima per scegliere il futuro sindaco della sua città. Una scelta non poco sofferta, ma quasi ''inevitabile''.

Finito agli arresti domiciliari per stalking e violenza sessuale nei confronti della compagna, all’uomo non è stato accordato alcun permesso per recarsi in maniera autonoma al seggio di competenza. Ma un vero e proprio accompagnamento coattivo con tanto di scorta e carabinieri in divisa.

Gli agenti, stando al provvedimento del gip, avrebbero dovuto prelevarlo da casa, scortarlo fino al seggio e, ancora, fino alla cabina di voto. Poi, di fronte agli occhi di tutti, riportarlo a casa in manette.

Una decisione, quella del tribunale, alquanto inusuale che ha costretto l’uomo a rinunciare al proprio diritto di voto, dal momento che, seppure consapevole di dover pagare i propri debiti con la giustizia, non avrebbe intenzione di umiliarsi davanti all’intera città.

''Il diritto di voto è sacro e inviolabile, ma soprattutto espressione libera della volontà del cittadino – si legge nella sua rinuncia formale al provvedimento – l’esercizio di tale diritto non può e non deve essere l’occasione per una pubblica umiliazione''.

Inoltre, nel passato dell’uomo non ci sarebbero tentativi di fuga o evasione. Ma non solo, la donna vittima in passato dei suoi abusi abiterebbe in un comune diverso da quello di Viterbo.

A depositare la rinuncia, l’avvocato Samuele De Santis.

''Costretto a questa decisione, sperando che la giustizia faccia il suo corso non impedendo di fatto mai più l’esercizio di voto. Perché essere indagati è una situazione difficile, ma non va resa insostenibile. Mai''.






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