ANNO 14 n° 110
‘’Clima di terrore in azienda’’
L’ex assessora Birindelli racconta al pm la “gestione autoritaria” di Ugo Gigli
15/04/2014 - 02:00

VITERBO – Ci sono ben quarantasei pagine di verbale in cui, l’ex assessora regionale Angela Birindelli racconta al pubblico ministero Renzo Petroselli dei suoi rapporti con il direttore Ugo Gigli; delle tensioni; delle committenze; della gestione dell’ente. E di molto altro, in un fascicoletto che costituisce l’esame del 27 gennaio scorso.

Leggendo la trascrizione, eseguita dalla dottoressa Maria Mammolo, si scopre che un piccolo (presunto) motivo di contrasto tra la Birindelli e il suo superiore c’era stato già molto prima della denuncia per mobbing dell’estate scorsa. “Era sorto nel 2008, quando mi fu data la responsabilità del servizio di manutenzione... Rilevai alcune irregolarità nella gestione del servizio, perché molte ditte di fiducia dell’Ater mi chiesero pagamenti di lavori ordinati verbalmente… Io mi rifiutai perché i lavori devono essere affidati con un cottimo fiduciario, quindi firmati dal tecnico… Trovai le loro richieste stravaganti”. Uno “screzio” - lo definisce il pm Petroselli – cui avrebbe fatto seguito lo spostamento della Birindelli al servizio patrimonio.

Nel corso dell’audizione, poi, l’ingegnere di Bolsena sottolinea la convinzione “che il disegno di Gigli è di emarginazione nei miei confronti, con la volontà di licenziarmi”. E qui la Birindelli fa al pm i nomi di persone con cui Gigli avrebbe usato termini offensivi nei suoi confronti. “Quella str… sindacalista”; “quella putt….”. I nomi sono quelli del geometra Sandro Burla e di Maria Gabriella Grassini. “Spero che possano confermare”, spiega, perché “là dentro son tutti terrorizzati… terrorizzati per questo suo modo (di Gigli, ndr) autoritario di gestire l’azienda e di portare avanti l’ente pubblico in questo modo. E poi il suo carattere è sempre molto intimidatorio e quindi le persone sono, e io pure le dico la verità, sono stata intimidita in questi mesi dal suo atteggiamento vessatorio, arrogante e minaccioso”.

Lo scontro Gigli-Birindelli è ormai sulla bocca di tutti e sulle cronache locali. E’ finito anche all’odg della Pisana. Sì, il pasticcio dell’Ater di Viterbo è diventato argomento (di quelli che scottano) di discussione anche nei palazzi romani.

Con Francesco Storace, vicepresidente del consiglio regionale e capogruppo de La Destra, che, ieri, ha presentato un’interpellanza al governatore Nicola Zingaretti e all'assessore alle Politiche abitative, Fabio Refrigeri, per sapere se sono a conoscenza che “il direttore dell'Ater di Viterbo ha annunciato addirittura di aver promosso – così scrive Storace nell’interpellanza - un'azione di querela nei confronti del sottoscritto finalizzata evidentemente a tentare di impedire (vanamente) il doveroso esercizio del sindacato ispettivo da parte di un consigliere regionale, anziché limitarsi a rispondere dei fatti contestati in alcune, legittime interrogazioni”. Perché “un dirigente di un ente regionale deve rendere conto del suo operato e non querelare chi è chiamato a vigilare sul suo operato. Analogamente appare incredibile che il soggetto in questione pretenda persino di impartire lezioni alla magistratura che indaga su di lui. La Regione – scrive Storace - non può più tacere o far finta di niente''.

Refrigeri, comunque, sta seguendo la faccenda, tanto che è intervenuto con una nota di risposta a Storace. “La Giunta regionale sta avviando tutte le azioni per effettuare i controlli e le verifiche di nostra competenza e che saranno presto rese note al Consiglio regionale. Ribadisco anche la volontà della Giunta di difendere le ovvie prerogative di ogni consigliere regionale a interrogare la Giunta per chiedere verifiche sull'azione degli enti sottoposti al suo controllo”.

La Guardia di finanza, nel frattempo, sta passando al setaccio i documenti sequestrato il 28 febbraio negli uffici dell’Ater. E, nonostante il riserbo degli investigatori, si ha l’impressione che ci sarà ancora molto da scrivere sulla vicenda. In un verso e nell’altro.





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