ANNO 14 n° 116
Votazione Riforma Senato
01/12/2016 - 09:21

Se il 4 dicembre, in occasione del referendum confermativo promosso  in merito alla riforma costituzionale che del Ministro Boschi porta il nome, dovesse vincere lo schieramento del SI, il nostro sistema parlamentare ne uscirebbe profondamente trasformato. Oggi infatti il nostro sistema parlamentare, definito bicameralismo perfetto, si caratterizza per il fatto che i due rami del Parlamento, camera dei deputati e Senato della repubblica, svolgono le medesimo funzioni essendo ad esse attribuite i medesimi poteri ( cosi come stabilito dall’attuale articolo 70 della costituzione). la riforma costituzionale approvata in aprile e posta al momento al vaglio del referendum, intende invece superare tale sistema, per approdare ad un bicameralismo imperfetto, dove la camera dei deputati si presenterebbe come sovra-ordinata rispetto al Senato, e titolare quasi esclusiva della funzione legislativa. In questo modo, oltre che risparmiare sui costi della politica, si dovrebbe garantire al paese un maggiore grado di governabilità, necessaria per garantire stabilità e continuità di lavoro per il Governo.

IL NUOVO SENATO

La riforma costituzionale promossa dal Governo Renzi, ridisegna la composizione e le funzioni svolte da quello che verrà in essere come il secondo ramo ( inteso come subordinato) del parlamento, ossia il Senato della Repubblica. In maniera schematica, queste le principali modifiche apportate dalla riforma al Senato:

  • Riduzione dei senatori: dagli attuali 315 a 100;
  • Composizione: i senatori sarebbero costituiti dai consiglieri regionali, in numero pari a 74 e dai sindaci locali, in numero pari a 21;
  • Elezione: dei 100 senatori previsti dalla riforma, 95 sarebbero ripartiti in maniera proporzionale rispetto al tasso demografico delle regioni. Saranno gli elettori stessi, in occasione delle elezioni regionali, ad indicare chi fra i consiglieri regionale dovrà assumere tale la carica di senatore, se eletto. I restanti senatori saranno eletti dal presidente della Repubblica, restando tuttavia in carica 7 anni ( abolizione dei senatori a vita).

Cosi delineato il nuovo senato si presenta come una camera ad elezione indiretta la cui caratteristica primaria sarebbe quella di essere costituita da soggetti che già svolgono, presso le singole realtà locali del paese, funzione di autorità. Non a caso, il Senato verrebbe a modificare periodicamente la propria composizione, essendo la carica di senatore strettamente connessa alla durata della carica di amministratore locale. Tale organizzazione del Senato garantirebbe una sorta di filo diretto tra le scelte della macchina statale e le esigenze delle diverse regioni italiane, responsabile di fatto di rispondere alle singole esigenze avanzate dal territorio amministrato. 






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