ANNO 14 n° 109
Cultura - Viterbo
punta a riscoprire
i fasti del Grand Tour
Michelini lavora su pił fronti
25/01/2015 - 02:00

di Roberto Pomi

VITERBO - La Viterbo città di cultura passa anche per la riscoperta del Grand Tour. E’ questo uno dei pallini del sindaco Leonardo Michelini, che punta a ricollocare i quadri di Sebastiano Del Piombo proprio nel posto dove intellettuali e artisti europei venivano a vederli nel XVII e XVIII secolo.

Per farlo ha però bisogno di liberare i locali sotto i portici di Palazzo dei Priori, uffici che nelle intenzioni dell’amministrazione saranno traslocati a piazza Fontana Grande, nell'ex tribunale, e poi trovare i soldi necessari a riqualificare gli spazi a uso espositivo.

Il Comune si è giocato la carta del ''Destinazione Italia''. Azione mirata del governo che mette a disposizione degli enti comunali finanziamenti da 1 a 5 milioni di euro per progetti di valorizzazione e riqualificazione urbana. Viterbo ha presentato 4 richiestei, una delle quali è proprio quella legata al nuovo collocamento de ''La pietà'' e ''La flagellazione'' di Del Piombo. Un’operazione da 1,2 milioni di euro.

Al momento non si hanno ancora risposte, per questo l’idea di riportare le tele nel luogo del Grand Tour resta ferma. Il Grand Tour era il viaggio di formazione che giovani artisti e aristocratici del XVIII secolo, intraprendevano alla volta dell’Europa, il cui obiettivo primario era la scoperta del patrimonio artistico e culturale italiano.

A spingere Michelini su questa prospettiva un libro, donatogli diverso tempo fa, dove sono raccolti lettere e altri scritti dei più grandi intellettuali dei secoli scorsi, che durante il loro viaggio passarono per Viterbo. Tutti annotano di essersi recati al Palazzo dei Priori per vedere il quadro di Sebastiano del Piombo.

E sempre le tele di Del Piombo sono al centro di un’altra operazione, che potrebbe andare in porto, sulle orme del Grand Tour. La National Gallery di Londra è infatti intenzionata a scambiare per circa due mesi i lavori dell’importante artista con quadri in suo possesso di paesaggisti inglesi. Quadri che ritraggono, in molti casi, proprio degli scorci del Viterbese.






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