ANNO 14 n° 111
''Viterbo in testa per i reati sessuali''
L'intervento di Emanuele Ricucci (Fdi-An)
25/07/2014 - 15:38

VITERBO - Dopo i dati sconfortanti de 'Il Sole 24 Ore' che indicano la Tuscia come 'la provincia italiana dove la crisi degli ultimi sette anni ha colpito maggiormente', dobbiamo fare realmente i conti con un'altra statistica dall'impatto agghiacciante. Senza alimentare la retorica dell’allarmismo gratuito, però, credo occorra riflettere attentamente . Secondo un recentissimo rapporto de “L’Espresso”, Viterbo è il capoluogo del Lazio “in testa per le denunce nei reati sessuali”, come titola “Il Messaggero” di ieri. Come riportato dal quotidiano romano testualmente “Viterbo è in pole position nel Lazio per reati quali violenze sessuali, favoreggiamento della prostituzione e atti sessuali con minorenni. Lo rivela un'inchiesta […]che ha incrociato i dati Istat con quelli del consorzio inter-universitario Transcrime, da cui […] è stata ricavata la mappa dei crimini nei principali comuni italiani. Tristi primati per la città dei Papi a livello regionale. Ogni 100mila abitanti (questo il parametro utilizzato nello studio) nel 2012 sono state due le denunce per atti sessuali con minorenni (in tutti i capoluoghi laziali la media è di uno). Maglia nera anche per lo sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione: con cinque fascicoli aperti fa peggio persino della Capitale, dove la media è di tre. Record anche per le violenze sessuali: 12 denunce contro le 11 di Roma, le 9 di Latina e via a calare nel resto del Lazio. Questo reato, inoltre, mostra un trend in crescita: nel 2010 e nel 2011 erano state 7”.

Neanche il tempo di metabolizzare questo schifo che, immediatamente, è stato reso noto, seppur nella tragica fatalità, la notizia di un’altra violenza ai danni di una giovane della Tuscia, avvenuta Martedì, che percorreva una tratta della “Roma-Viterbo”. L’ennesima ferita emblematica.

Un primato vergognoso, ributtante. Credo che oltre ogni tema in dibattito attivo in queste settimane, a livello cittadino e provinciale, questa “classifica degli orrori” debba far riflettere. Viterbo è il centro nevralgico del nostro territorio, uno snodo iperattivo, un luogo in cui numerosi cittadini della Tuscia intera, transitano, vivono, partecipano, per i più svariati motivi quotidiani. Non vedo nulla per cui sottilizzare, pontificare e conclamare, utilizzare toni sommessi o istituzionalmente diplomatici. Non sta a me, di certo, sollevare legittimo allarmismo sul tema, ripeto, nonché sulle terrificanti conseguenze di questa terribile stima. Ciò che però il buon senso comune, l’opinione pubblica, le istituzioni politiche ed amministrative del nostro territorio possono fare è non emarginare, non dimenticare, non chiudere gli occhi di fronte ad una situazione che, anni addietro, nessuno avrebbe mai potuto immaginare o percepire nel “viterbese”. Di concerto con le Forze dell’Ordine, la società civile, tutti noi, dobbiamo operare per non relegare il problema tra le righe di un quotidiano ma per gridarlo e sviscerarlo, affinché si prenda concreta iniziativa, si apra un dibattito chiaro, netto, lucido. La questione rimane comunque delicatissima e complessa. Serve, necessariamente, una reazione comune, imparziale, che superi ogni logica politica e partitica, ogni visione di organizzazione, gestione sociale e soprattutto che non partorisca frettolosi capri espiatori ma si muova in direzione di reali capacità d’intervento, riducendo il più possibile l’iter burocratico.

Perché non ci interessi solo e soltanto quando la gravità della questione diventi insopportabile. Perché non ci terrorizzi l’idea solo e soltanto quando, purtroppo, a rischiare violenza, siano i nostri affetti, persone care, vicine a noi.

Non saranno queste poche parole, scritte di getto, a sovvertire un impietoso scenario, ma almeno, esse, spero possano suscitare una profonda riflessione a chiunque abbia voglia di leggerle e percepirle.

Con forza e coesione, senza condizioni''. 

Emanuele Ricucci, dirigente provinciale Fdi-An Viterbo

 






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