ANNO 14 n° 89
Viterbo al 93° posto su 103 cittā italiane
La classifica č stata stilata dal Centro Studi Sintesi e pubblicata su Il Sole 24 Ore
31/08/2012 - 04:00

VITERBO – (F.L.) Viterbo è una città a rischio evasione. Si piazza, infatti, al 93° posto su 103 province analizzate. A rivelarlo è un’indagine del Centro Studi Sintesi che ha ridisegnato la geografia del rischio evasione in Italia e l’ha pubblicata sul quotidiano finanziario Il Sole 24 Ore. Una sorta di dossier che mette in evidenza l’allarme per “il nero”. L’elaborazione dei dati è stata effettuata mettendo a confronto il reddito disponibile con il tenore di vita delle famiglie. Più alto è il divario e più alto è il rischio di evasione.

L’indicatore ha una media nazionale di 100. Un punteggio alto (al vertice della classifica si piazza l’Emilia Romagna con un punteggio di 147) significa che i consumi sono giustificati dai redditi; un punteggio basso, al contrario, significa che si spende, in media, più di quanto si dichiara al fisco. Ed ecco che cresce il rischio di somme incassate a nero.

Sulla base della classifica del Sole 24 Ore, la Città dei Papi ha ottenuto un punteggio di 70. Peggio di Viterbo si posizionano solo sei province italiane, ovvero Trapani, Rieti, Caserta, Agrigento, Catania e, in ultima posizione, Ragusa con 54 punti. Principalmente al Sud, dunque, il divario tra consumi e redditi resta un dato allarmante.

Il tenore di vita è stato calcolato tenendo conto di sette indicatori: consumi alimentari, energia elettrica per usi domestici, consumo di carburante, auto con cilindrata superiore a duemila, auto circolanti, abitazioni di pregio e variazione della percentuale dei depositi bancari.

L’insieme di questi dati ha prodotto un valore che, dopo esser stato confrontato con il reddito, ha evidenziato una fascia impressionante di redditi percepiti a nero che vengono poi nascosti nei modi più fantasiosi. Sono state catalogate, infatti, anche le modalità con cui gli italiani nascondono le entrate al fisco. Va per la maggiore la mancata emissione di scontrini, ma l’evasione si diffonde nel territorio anche attraverso finte onlus, attività commerciali mascherate da circoli culturali e finte società. Da ultimo anche affitti in nero e frodi sull’Iva.




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