ANNO 14 n° 88
''Viterbo abbandonata su un binario morto''
Politici assenti all'assemblea pubblica sui trasporti. Il caso dell'assessore regionale Alessandri, mai nella Tuscia
10/11/2019 - 07:00

VITERBO - ''A forza di tagliare treni la ferrovia Roma Nord, soprattutto nella tratta che attraversa la Tuscia, è ridotta quasi a un binario morto''. E' quanto lamentano pendolari e studenti. Ma la politica non sembra accorgersene. Martedì mattina in Provincia all’assemblea pubblica sulla mobilità organizzato da Cgil, Cisl e Uil erano presenti solo 4-5 sindaci e qualche cosigliere comunale. In sala non si sono visti né parlamentari, né consiglieri regionali. Non c’era neanche il padrone di casa, il presidente Nocchi. Orario e data forse non hanno aiutato. Inoltre, i problemi della ferrovia sono arcinoti. Ma di questo passo hai voglia a lanciare appelli.

Tra le altre, da registrare l’assenza di Mauro Alessandri, l’assessore regionale alla Mobilità. Non che la sua partecipazione fosse annunciata, ma sarebbe stata sicuramente gradita visto che la ferrovia Roma Nord è di proprietà della Regione e che da settembre – da quando è entrato in vigore l’orario invernale che tanti disagi sta provocando – l’assessore è intervenuto a svariate assemblee organizzate sul tema nei comuni della provincia di Roma. Eventi in cui ha spiegato che l'intenzione non è quella di chiudere la tratta. Tutt'altro. Ma finora mai è venuto a parlarne in terra di Tuscia. Di questi appuntamenti ne abbiamo contati almeno quattro: il 3 settembre al comune di Rignano Flaminio, il 14 settembre a Castelnuovo di Porto, il 28 settembre a Sacrofano e l'ultimo l’11 ottobre a Morlupo. 

A discolpa dell’assessore bisogna dire che per partecipare a un incontro bisogna che qualcuno prima lo organizzi e che poi si venga invitati. In questo senso i Comuni della Tuscia hanno un po' dormito. Soprattutto se si fa il confronto con il numero di iniziative sul trasporto pubblico organizzate nello stesso periodo nell’hinterland della capitale. Ma il concetto non cambia: possibile che in tutte queste settimane Alessandri non sia riuscito a trovare un po’ di tempo per confrontarsi o per aprire un dialogo, anche a distanza, con i pendolari della Tuscia? Avrebbe potuto ascoltare con le proprie orecchie i disagi di chi è costretto a chiudere con un’ora di anticipo la propria attività per non restare a piedi la sera (CLICCA QUI). O la protesta dei ragazzi del liceo Midossi di Vignanello che il pomeriggio rientrano a casa non prima delle 16 perché è stato cancellato il treno che partiva subito dopo le lezioni (CLICCA QUI). Oppure, ancora, l’allarme lanciato dalla preside dell’istituto agrario di Bagnoregio relativo alla sopravvivenza stessa della scuola a causa degli ostacoli che gli studenti devono superare per raggiungerla (CLICCA QUI).

Questo, ovviamente, non vuol dire che nessuno stia facendo niente. Sul rischio che la ferrovia chiuda per i mancati lavori di adeguamento Mauro Rotelli ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione urgente alla Camera dei Deputati; il sindaco Arena e l’assessore Allegrini si sono fatti sostenitori della proposta di un orario alternativo realizzato da uno studente viterbese che garantirebbe la copertura di treni nei buchi lasciati da Atac; consiglieri di Viterbo (Luisa Ciambella), Corchiano (Bengasi Battisti) e Civita Castellana (Simone Brunelli) stanno raccogliendo segnalazioni e proteste di studenti e lavoratori. Da ricordare, inoltre, che i sindaci possono contare sulla presenza di loro rappresentati nell’osservatorio che vigila sull’andamento dei lavori lungo la ferrovia. Ma in tutto questo, la Regione, che è l’unico soggetto che può fare concretamente qualcosa, dove è?






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