ANNO 14 n° 111
Viterbese - La Lega Pro costa 700mila euro
E servono altri 125mila euro per la tassa d'iscrizione al campionato
11/06/2013 - 04:01

VITERBO - (d.s.) I numeri dicono tutto. E non mentono mai. Fotografano una situazione e indicano la strada. Che per la Viterbese è sempre più impervia. I numeri in questo caso si tramutano in euro, ma non cambia la sostanza. Per il ripescaggio servono 700mila euro di fidejussione a cui si aggiungono 125mila euro per la tassa di iscrizione. Questa ingente somma scaturisce dall’insieme di diversi fattori: l’assegno circolare non trasferibile (25mila euro) e centomila euro a fondo perduto che riguardano tasse di iscrizione e servizi correlati.

La parte sostanziosa rientra nel capitolo fidejussioni 300mila euro per chi fa domanda di ripescaggio, più quattrocento mila importo pari a quello delle società che già partecipano alla Lega Pro. La fidejussione è una lettera di garanzia firmata da una banca. Per emettere la fidejussione solitamente la banca chiede a sua volta al cliente un deposito o un bene immobile in garanzia. Insomma una montagna di euro da scalare, o meglio da scucire se si vuole rientrare nei ferrei parametri imposti dalla Lega Pro diretta da Mario Macalli.

Una montagna che potrebbe scoraggiare chiunque, anche coloro che sono armati delle migliori intenzioni. Nel caso di specie a tinte gialloblu ci sarà questa mattina l’incontro allo stadio Rocchi tra la “proprietà” della Viterbese e i professionisti che fanno capo al gruppo Deodati, l’unico che allo stato attuale ha mostrato un seppur timido interesse nei confronti della Viterbese. Cifra altissima, se rapportata allo stato comatoso delle casse di via della Palazzina.

Oggi si potranno avere delle sicurezze ulteriori riguardo alle intenzioni del gruppo Deodati: dall’analisi delle carte si potrà evincere una più chiara analisi dei conti del club, poi eventualmente provare il tentativo di salvataggio del calcio gialloblu. Infatti la proposta del gruppo Deodati verte essenzialmente sul ripescaggio e sulla possibilità di scindere la società in due tronconi: una bad company - che ingloberebbe tutti i debiti - e un new company, per nulla zavorrata, in grado di garantire la continuità del calcio.

Tuttavia la massa di denaro utile per il ripescaggio può scoraggiare, eccome. Ecco perché si potrebbe virare sulla permanenza in serie D, che ha costi nettamente più accessibili (anche se, al momento, va ricordato che






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