ANNO 14 n° 89
Viterbese, risposte per capirci di più
Moneti o Deodati? Tempi, idee e prospettive delle due cordate
01/06/2013 - 04:00

VITERBO – Una serie di domande, e soprattutto di risposte, per delineare a che punto siamo arrivati nella corsa per salvare la Viterbese, o il calcio viterbese di alto livello. Utile per sciogliere qualche dubbio, ricapitolare la situazione e immaginare i prossimi scenari.

Chi sta pensando, al momento, di salvare seriamente il calcio a Viterbo?

“Due gruppi si stanno muovendo in modo serio e deciso. Uno è quello che fa capo a Gianni Moneti, imprenditore nel settore della grande distribuzione e uomo di calcio, visto che ha avuto a che fare sia con il Pianoscarano sia con l’Orvietana, prima di spiccare il volo vero il Perugia, del quale oggi è copresidente. L’altro si può identificare in Angelo Deodati, imprenditore di Pisoniano, già presidente gialloblu negli anni Novanta. Intorno a lui ci sono diversi professionisti viterbesi”.

Qual è l’idea di Moneti e dei suoi?

“Hanno visto i bilanci dell’As Viterbese e hanno capito ben presto che un tentativo di salvare l’attuale società e di rimetterla in senso finanziariamente è impossibile. Perciò si sono concentrati su un’ipotesi parallela: prendere un titolo sportivo pulito, trasferirlo in città fondendolo con un’altra società affiliata alla Figc (basterebbe anche una di Terza categoria o di calcio a cinque) e poi cambiare il nome. La vecchia Viterbese farebbe il suo corso, andando serena verso il fallimento. Sarebbe anche possibile, lo prevedono le norme federali, assorbire nel nuovo club il settore giovanile. E in questo senso sta lavorando anche il presidente del vivaio, Corinti”.

Quali problemi si potrebbero presentare?

“La gestione del campo sportivo, per esempio, che è affidata dal Comune. Se l’attuale Viterbese fosse ancora in vita sarebbe davvero difficile pretenderlo. E poi i tempi: il gruppo di lavoro di Moneti si è dato come limite massimo i primi di luglio, l’operazione è delicata e non ci si possono permettere errori. In ogni caso, quando Moneti avrà esaurito la sua avventura al Perugia (domani c’è il ritorno playoff contro il Pisa) potrà uscire allo scoperto, e allora la questione potrebbe subire un’accelerata forse decisiva”.

E gli uomini di Deodati? Cosa propongono?

“La loro è una tattica diversa. Si basa essenzialmente sul ripescaggio in Lega Pro, condizione da sempre vincolante per l’impegno di Angelino nella Viterbese. Se arrivasse il ripescaggio, ecco che i suoi collaboratori cercherebbero di mettere in pratica la scissione dell’As Viterbese in due parti (sostengono che sia consentito dai regolamenti). E cioè: la creazione di una bad company, alla quale resterebbero i debiti residui, spalmati negli anni, e la new company, sana, dalla quale ripartire tra i professionisti”.

Sembra un percorso difficile.

“Lo è. Ma va tenuto conto dell’esperienza di alcuni collaboratori di Deodati, persone preparate e stimate anche negli ambienti federali. In ogni caso dipenderà tutto da quante squadre verranno ripescate in Lega Pro e da una certa benevolenza da parte dei vertici di via Allegri nei confronti di Viterbo e della Viterbese. E’ tutto da vedere, anche se già per metà di giugno si attendono indicazioni sostanziali sul numero delle squadre ripescate”.

Altri scenari?

“Impossibile prevederli. Anche perché il sindaco Marini – che ha rinviato tutto a dopo il ballottaggio – potrebbe anche avere qualche asso nella manica. Altri personaggi si stanno muovendo, ma sulla loro affidabilità c’è poco da scommettere. Da registrare una certa fiducia negli ambienti gialloblu, con mister Farris che in occasione della cena di fine stagione avrebbe promesso ai ragazzi un’altra stagione tutt’insieme a Viterbo, per vincere. Saprà qualcosa che ancora noi non sappiamo?”.






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