ANNO 14 n° 111
Viterbese, chi è il geometra Musacchio? Due gruppi tentano di salvare il club
26/05/2013 - 02:30

VITERBO – Sulle tracce di Francesco Musacchio, dal 28 febbraio scorso proprietario della maggioranza della As Viterbese calcio. Chi è questo sessantenne che possiede il controllo legale della squadra di calcio che sta facendo sognare un’intera città? Chi è questo signore? Sarà allo stadio oggi, in occasione della gara playoff contro il Castelfranco? No, un certo sesto senso suggerisce che non ci sarà. A Viterbo nessuno lo ha mai visto. Né i giocatori, né i dirigenti gialloblu, figuriamoci i tifosi. Allora è meglio andarlo a cercare altrove.

GEOMETRA A CERIGNOLA Non a Nusco, paesetto della provincia di Avellino dove Musacchio sarebbe nato, secondo le carte, nel 1950. Se è per questo a Nusco nacque anche Ciriaco De Mita, ma non è qui il punto. Ancora dalla visura camerale si nota che oggi Musacchio è residente a Cerignola, grosso centro a due passi da Foggia. In Puglia, dunque. Dove in effetti risulta, all’indirizzo, un geometra Francesco Musacchio: l’età più o meno corrisponde, il telefono dello studio squilla a vuoto (naturale: è sabato). Dalla cittadina foggiana arrivano conferme sull’esistenza e anche su una certa affidabilità della persona. Una notizia se non buona comunque un minimo rincuorante.

Ma non ci sono conferme. Nessuno sa come possa aver fatto, il signor Musacchio, a rilevare le quote della Viterbese da Carlo Graziani, come atto datato 28 febbraio. Chi lo ha contattato? Si è proposto lui? Sapeva che la società che andava rilevando era gonfia di debiti? A questi interrogativi bisognerebbe dare una risposta. Il prima possibile, per questioni morali (rispetto dei tifosi, della città e della squadra) e forse anche per capire cosa c’è dietro a tutto questo, cosa c’è stato fino ad oggi. I debiti, ma non solo.

SPERANZA MONETI In tutto questo caos, c’è comunque chi ancora crede che sia possibile un’operazione di salvataggio, che avrebbe del miracoloso. C’è Gianni Moneti, presidente del Perugia, e questo ve lo abbiamo già raccontato qualche giorno fa. L’imprenditore, viterbese doc, sta lavorando nell’ombra, affidandosi a consulenti esperti e uomini di calcio. Ma si trova a sbattere contro un muro di gomma: “Non riesco neanche a vedere i conti del club – si è lamentato sulle colonne del Messaggero – Non c’è un interlocutore affidabile, neppure tra le istituzioni”. Già, i conti: il buco nero dalle dimensioni imprecisate intorno a cui ruota tutto. Se non si capisce quanti soldi servono per sistemare le cose non si può mica intervenire. E il tempo passa, e ci sono pure le elezioni di mezzo. Ecco allora che potrebbe prendere corpo l’ipotesi del trasferimento di un altro titolo sportivo, sano, mettendo in liquidazione la vecchia società: in settimana il gruppo Moneti si rivedrà, e potrebbe anche prendere una decisione in questo senso.

DEODATI E L’ALTRO GRUPPO C’è anche da registrare i movimenti di un altro gruppo, che vorrebbe coagularsi intorno a Deodati e che propone la scissione del club in due parti (una bad company, coi debiti spalmati, e una new company con la quale ripartire: lo consentirebbe una norma federale). Condizione vincolante: il ripescaggio in Lega Pro. Possibile? Non si sa. Di certo l’imprenditore di Pisoniano negli ultimi giorni si è un po’ allontanato dalla squadra, che invece aveva sostenuto più o meno da vicino da qualche mese a questa parte. Oggi Deodati non ha invitato la squadra a pranzo a Villa Sofia (pare non ci fosse posto) e non dovrebbe essere allo stadio. “Deodati non sta rispettando i patti”, sussurrano dallo spogliatoi. E chissà che proprio questo distacco non sia uno dei pezzi forti della conferenza stampa annunciata oggi dal direttore sportivo Manfra. Una conferenza che si preannuncia infuocata, con accuse per tutti.

NON PIANGERE ARGENTINA Intanto, la squadra continua ad andare avanti in condizioni disperate. I giocatori che oggi proveranno a battere anche il Castelfranco e ad accedere alle semifinali playoff non ricevono gli stipendi completi da mesi. La scoperta dell’esistenza di un nuovo, misterioso proprietario – il signor Musacchio – ha sollevato nuove domande. La moglie di Mattias Vegnaduzzo, per esempio, ha utilizzato Facebook per esprimere il suo disagio: “Non abbiamo una lira – ha scritto – Tutti parlano ma nessuno paga uno stipendio. Se le mie figlie mangiassero parole sarebbero due belle ciccione. Passano le settimane e la situazione continua ad essere la stessa: facciamo la spesa grazie ai soldi dei tifosi”. Un grido di disperazione che non fa onore alla Viterbese e a chi l’ha gestita.






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