ANNO 14 n° 89
Violenza contro le donne
Pronto protocollo Asl
Al pronto soccorso di Belcolle uno spazio e una task force sanitaria
25/11/2015 - 02:01

di Eleonora Celestini

VITERBO – Il seme della follia genera mostri. E solo se si è dei mostri si è capaci di usare violenza, fisica, sessuale o psicologica che sia, ai danni delle donne. Il fenomeno, anno dopo anno, è in preoccupante aumento: i numeri parlano chiaro e fotografano una situazione spaventosa.

Sono circa centocinquanta, infatti, dall'inizio del 2015 i femminicidi verificatisi nel nostro Paese, nella quasi totalità dei casi perpetrati per mano di un marito, di un ex, di un fidanzato geloso, di uno stalker da cui non ci si è potute difendere adeguatamente. Innumerevoli le denunce, le richieste di aiuto, per non parlare poi delle violenze ''sommerse'', cioè di quei maltrattamenti ripetuti nel tempo – in buona parte all’interno di nuclei familiari - e non denunciati da chi li ha subiti. Oggi, come ogni 25 novembre, si celebra per volontà dell’assemblea generale delle Nazioni unite, che ha adottato la risoluzione 54/134 del 17 dicembre 1999, la giornata mondiale contro la violenza alle donne, che riaccende, se mai ce ne fosse ulteriore bisogno, l’attenzione su questi episodi che riempiono quotidianamente le cronache. Nonostante anche i recenti interventi normativi del Parlamento italiano, infatti, per sconfiggere la violenza di genere di strada da fare ce n’è ancora molta.

Sul territorio viterbese di episodi di violenza sulle donne ce ne sono stati diversi negli ultimi dodici mesi, alcuni dei quali finiti con conseguenze estreme, come nel caso dei femminicidi di Sutri, Canino e Barbarano Romano. Ultimo, ma solo in ordine di tempo, purtroppo, è il fatto di cronaca che ha invece riguardato lo scorso fine settimana a Vejano una donna di origine romena di circa 40 anni, violentata, maltrattata e segregata in casa dal marito, un 67enne già in passato accusato di reati di violenza domestica. La donna ha finalmente trovato il coraggio di liberarsi e di denunciare gli abusi da parte del marito, arrestato dai carabinieri.

Il caso della quarantenne di Vejano è stato, però, anche il primo ad essere affrontato, in via sperimentale, con il nuovo protocollo relativo alla violenza sulle donne che sta per essere varato dalla Asl di Viterbo. La donna, infatti, dopo l’intervento dei militari dell'Arma è stata trasportata al pronto soccorso di Belcolle, dove è stata assistita e medicata da una task force di specialisti – medici del pronto soccorso, ginecologi, psicologi e altri professionisti – che a breve sarà istituzionalizzata e interverrà ogni volta che si presenterà un caso di violenza di genere. All'interno del pronto soccorso di Belcolle, infatti, sarà allestito uno spazio dedicato alle vittime di abusi, spazio che si chiamerà simbolicamente ''Non aver paura'', proprio per invitare chi ha subito maltrattamenti a denunciare e a chiedere aiuto senza timore. Lo sportello punterà sulla tutela della privacy, dello stato psicofisico delle donne abusate e su una più completa formazione del personale impiegato. Una risposta importante ad una vera e propria emergenza sociale.

L’attività del gruppo di contrasto alla violenza sulle donne interno alla Asl di Viterbo, fino a poco tempo fa coordinato dalla dottoressa Maria Teresa Rocino, che ha svolto un lavoro egregio, ha portato dunque alla definizione di tale protocollo da attivare in caso di violenza sospetta o accertata. Nonostante la ''prova generale'' con la donna di Vejano, tuttavia, ufficialmente sarà attivo dall’inizio del prossimo anno. ''Ci stiamo ancora lavorando – spiega la dottoressa Antonella Proietti, direttore sanitario del polo ospedaliero di Belcolle e al momento riferimento del gruppo di lavoro che si occupa del tema -, ma siamo a buon punto e presto potremo attivarlo, insieme ad altre misure apposite. Tra queste un ruolo di primo piano giocherà la formazione: il prossimo 30 novembre si terranno, infatti, a Roma dei primi importanti corsi per il personale sanitario, mentre da gennaio li terremo anche qui a Viterbo''. Parallelamente, inoltre, prosegue la collaborazione tra presidi sanitari, istituzioni e amministrazioni locali, forze dell’ordine e mondo del volontariato per l’attuazione di più efficaci politiche di prevenzione e contrasto alla violenza di genere. ''Il tavolo interistituzionale apposito – aggiunge in conclusione la dottoressa Proietti – avrà il compito di creare quella rete territoriale necessaria per combattere gli abusi e tutelare le vittime''. Uno spunto di riflessione in più, ma anche uno strumento concreto, una mano tesa, un invito a non sopportare e a non tacere, in questo 25 novembre dedicato alle donne che purtroppo hanno conosciuto la violenza.





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