ANNO 14 n° 115
Vigili del fuoco: il nucleo sommozzatori a rischio
Si parla con insistenza di un imminente trasferimento definitivo a Roma
24/09/2021 - 07:03

di Max Vismara

VITERBO - Proprio in questi giorni ricorre il quarantesimo anniversario da quel giorno degli anni 80 in cui un gruppo di pionieri fondò il nucleo sommozzatore di Viterbo, e purtroppo proprio lo spegnimento della quarantesima candelina rischia di coincidere con lo spostamento definitivo nella capitale di questa importantissima risorsa per la sicurezza nel nostro territorio, e più di un mese infatti che insistenti voci di corridoio parlano di un imminente trasferimento a Roma del nucleo, fissato addirittura per i primi giorni del mese di ottobre.

Inutile ripetere l’importanza che ricopre per la sicurezza della nostra zona questo gruppo di uomini scelti, e le varie operazioni di recupero e salvataggio che hanno effettuato nel corso degli anni ne sono la prova concreta.

Nel caso specifico si parla di decine di interventi negli anni che hanno interessato oltre al territorio Laziale anche tutti i bacini lacustri e fluviali della Tuscia, oltre alla zona di Civitavecchia, la Maremma toscana, il territorio umbro, le province di Terni e Perugia, insomma una porzione di territorio enorme che con il trasferimento dell’unità rischia di rimanere scoperto.

A questo punto c’è da chiedersi con quale criterio si è operata una scelta di questo genere, e innegabile infatti che mantenere il gruppo nella sede originaria garantirebbe una velocità ed efficacia di intervento maggiore, senza contare il fatto che Roma vanta già un suo nucleo sommozzatori e quindi accorpare le due unità sicuramente lascerebbe non solo una parte di territorio dell’alto Lazio e dell’Umbria sguarnito ma aumenterebbe di molto i tempi di intervento. Detto in soldoni, immaginate quanto tempo impiegherebbe solamente per uscire da Roma una squadra di sommozzatori che deve intervenire per fare un salvataggio magari sul lago di Bolsena.

Ovviamente la burocrazia non tiene conto del fattore umano ma in questo caso una manciata pochi minuti in più potrebbe significare la differenza tra la vita e la morte di qualcuno.

Naturalmente sul piatto della bilancia va messo anche il disagio che comporterebbe per questi uomini un trasferimento nella Capitale, persone che per anni hanno rischiato la propria vita per il bene della collettività e che da un giorno all’altro si vedono spostare come pacchi postali da una sede all’altra.

Infine, è importante sottolineare il fatto che se per caso il nucleo romano dovesse essere impegnato su altre operazioni, l’unità più vicina a noi in grado di intervenire per emergenze è quella di Firenze.






Facebook Twitter Rss