ANNO 14 n° 89
''Vado a litigare con mia sorella, sarà una lunga, lunghissima nottata''
Le ultime parole di Fieno alla compagna, poi la fuga verso il confine francese
07/01/2018 - 08:12

VITERBO – Una frase, poi la fuga. Verso il confine francese. Verso Mentone, per lasciarsi alle spalle la solitudine e la disperazione di una famiglia distrutta.

Ermanno Fieno, prima di far perdere ogni traccia di sé, la sera del 13 dicembre, avrebbe trascorso alcune ore assieme alla compagna. Ma le continue telefonate dei due fratelli, intenzionati a scoprire la verità sui genitori – irreperibili da giorni -, gli avrebbero fatto perdere la pazienza.

Troppe domande, troppa insistenza e così la fuga. Da giustificare in qualche modo alla donna.

''Devo andare, vado a litigare con mia sorella, sarà una lunga nottata'' avrebbe detto l’uomo ad A.D.R. con cui da tempo intratteneva una relazione. Poi lo scatto verso la porta e via, verso la stazione dei treni più vicina.

Un comportamento anomalo, certo, ma che mai avrebbe potuto far presagire quello che di lì a breve sarebbe emerso.

Nessuna litigata con la sorella, solo la volontà di mettersi in salvo da una realtà difficile: la morte di Rosa e Gianfranco Fieno. I suoi genitori. Una, colpita mortalmente alla testa con un attizzatoio in ferro. L’altro, trovato cadavere, per cause ancora da accertare. Entrambi avvolti nel cellophane e sdraiati sul letto.

Il ritrovamento dei corpi quella sera stessa: ''Ermanno ha ricevuto più chiamate dalla sorella e dal fratello. Ogni volta con una scusa differente cercava di spiegare loro come mai il padre e la madre fossero irraggiungibili – avrebbe spiegato A.D.R. alla polizia giudiziaria – era teso''.

Palesemente preoccupato per una situazione difficile da gestire: quindi la fuga, durata una manciata di ore. Dopo il fermo e il suo arresto a Ventimiglia, per il 44enne si sono spalancate le porte del carcere di Mammagialla. Ad oggi è l’unico indagato per il duplice omicidio dei due coniugi.





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