ANNO 14 n° 88
Usura - Concessi gli arresti domiciliari al funzionario di banca
09/07/2013 - 00:00

VITERBO – Sono stati concessi gli arresti domiciliari al funzionario di banca arrestato con l’accusa di concorso in usura, estorsione ed esercizio abusivo dell’attività di intermediazione finanziaria nell’ambito dell’operazione “Senza tregua”. Lo ha deciso ieri il tribunale del Riesame di Roma, che ha accolto, almeno in parte, il ricorso contro l’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Viterbo. Resta invece in carcere il suo presunto complice, l’ex immobiliarista Daniele Califano.

Il funzionario fu arrestato il 20 giugno scorso dagli uomini della Squadra Mobile. Il suo coinvolgimento nel giro di usura è emerso dalle carte sequestrate a Califano, in cella dall’8 marzo precedente per gli stesi reati.

Secondo l’ipotesi accusatoria del Pm Fabrizio Tucci, il funzionario di 52 anni, avrebbe approfittato della propria posizione di funzionario di banca per passare le informazioni sulle potenziali vittime a Califano. I due avrebbero preteso interessi fino al 300% e avrebbero perseguitato senza tregua, da qui il nome dell’indagine, chi non riusciva a pagare. Tanto che un imprenditore finito nella loro rete, è stato costretto a fuggire in Romania per sottrarsi alle loro minacce. E a quel punto, i due presunti strozzini iniziarono a perseguitare le sue sorelle.

Del giro d’usura, con compiti marginali, c’era anche la moglie di Califano, che è stata denunciata a piede libero.






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