ANNO 14 n° 110
Usura, il maxi processo si conclude con 14 prescrizioni e un'assoluzione
Il tribunale riconosce l'innocenza di Venturino Paparozzi
19/01/2022 - 11:22

di Andrea Stefano Marini Balestra

Un processo penale diventa “maxi” quando in esso si fanno confluire diverse ipotesi di reato con diversi e molteplici imputati con relative diverse posizioni.

E’ stato appunto il processo che ieri si è chiuso in Tribunale a Viterbo dove ben 15 erano gli originali imputati per usura con le aggranti del reato associativo. A sentenza, però, ci è giunto uno solo e solo quello che aveva rinunciato alla prescrizione.

Infatti, gli altri avevano già goduto della prescrizione essendo i fatti loro contestati commessi prima del 2010, precisamente 2005/2006, quando scattò un blitz della Guardia di Finanza che agì in seguito ad una denuncia di un imprenditore che aveva narrato aver subito interessi enormi su somme che gli erano state prestate da persone residenti nel triangolo Canepina, Civitacastellana, Terni.

Tormentata fu sin principio la situazione giudiziaria, perché dopo gli arresti eseguiti per l’inchiesta della pm Paola Conti, il Tribunale del riesame, cui ricorsero tutti gli indagati, annullò il provvedimento restrittivo. In seguito, ci furono diverse riqualificazione per alcuni degli indagati per i reati loro personalmente contestati che appunto comportarono tempi lunghi.

Il processo approdò in Tribunale solo nel 2019 per un’inchiesta aperta in Procura nel 2013, quindi trascinatosi per quasi 3 anni di dibattimento senza esito perchè delle colpe della banda degli strozzini non si giunse mai ad una prova certa.

Alla precedente udienza in autunno scorso si erano liberati dalle accuse tutti gli imputati per intervenuta prescrizione essendo i fatti loro contestati “vecchi” di 13 anni, però uno di loro, Venturino Paparozzi, vi rinunciò professando la sua completa innocenza ed appunto nella mattinata di ieri il Tribunale gli ha dato ragione: assoluzione per non aver commesso il fatto.






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